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Insubria o Mediolanum? A chi spetta la primogenitura della ginnastica femminile? Stampa

Stavolta parliamo di donne. E non è assolutamente una battuta un po' sciocchina. Alberto Zanetti Lorenzetti, avendo smesso di esercitare la sua professione che aveva come priorità la salute dei suoi concittadini di Gambara, Bassa Bresciana, si è ritagliato tempo per dedicarsi alla sua passione: la ricerca, lo studio dei primi passi dello sport nel nostro Paese, l'atletica in particolare. Alberto è un ricercatore vero, non un dilettante allo sbaraglio, o un banale scopiazzatore di robe cotte, decotte, e scarsamente originali, oppure di aneddoti triti e ritriti. Alberto, in totale sintonia d'intenti con lo spirito della nostra piccola associazione, ricerca, consulta, acquisisce documenti, sfoglia, studia, assembla. E ce ne ha dato un saggio durante l'anno 2020 con una serie di storie familiari e sportive su atleti dei primi decenni del XX Secolo.

Alberto oggi ci accompagna alla scoperta dei primordi dell'attività sportiva delle donne italiane. Non dimenticate che  a quei tempi l'atletica era tutt'uno con la ginnastica, oppure si parlava di sport pedestre o podismo, ovviamente per indicare la corsa. Non possiamo fare a meno di riandare col pensiero alle ricerche di Marco Martini su questo argomento, testi poi pubblicati in alcuni piccoli libri autoprodotti. Sottilmente ironico il titolo di una di queste ricerche:«Gonna pantalone o calzoncini corti?», per fotografare lo spirito dei tempi. Negli ulrimi anni sono stati pubblicati alcuni libri sul tema: citiamo «Più brave per forza» di Cristina Falco, «Donna è Sport 1861 - 2011» corredato da una attrattiva ricerca iconografica, e un recente (2019) «Donna e Sport», lavoro che raccoglie contributi diversi coordinati da Sergio Giuntini (nostro apprezzato socio), Maria Canella e Ivano Granata. Questo non esaurisce certamente la bibliografia sul tema dello sport e della donna. Adesso si aggiunge questa ricerca su un argomento puntuale investigato da Alberto Zanetti Lorenzetti, nel tentativo di chiarire una «primogenitura».

Le fotografie, in senso orario: siamo nel 1904, le signorine dell'Insubria che parteciparono al Concorso nazionale di Firenze; ancora una foto dell'Insubria Milano; siamo nel 1907, nel terreno del Veloce Club, e le ragazze sono le affiliate alla Mediolanum, in occasione del decennale della fondazione della  loro Sezione femminile; e da ultimo, ancora una foto della Mediolanum, probabilmente durante una escursione «fuori porta», attività allora molto frequente

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La prima fu...vero? Beh,sì. Oppure, no. Forse. Parliamone

di Alberto Zanetti Lorenzetti

Qual è stata la prima società ginnastica femminile autonoma, ovvero indipendente e non sezione di una società maschile? E’ l’Insubria Milano, vero? Beh, si. No. Forse. Parliamone…

Approfondiamo il tema partendo dalle informazioni che fornisce «Il Ginnasta». Nel numero 8-9 del 1908 il bollettino della Federazione Ginnastica Nazionale Italiana cominciò una rassegna delle società iniziando proprio con questa associazione femminile milanese, non per galanteria ma perché “per prima ha risposto al nostro appello” per la nuova rubrica sulla storia delle società federate. A partire dal 1898 e pochissimo tempo dopo le cannonate del generale Bava Beccaris contro la dimostrazione popolare per gli aumenti del prezzo del pane, l’attività della nuova associazione iniziava presso “lo splendido soggiorno del Monte Tabor, all’antica barriera di Porta Romana, appartenente all’associazione maschile Forza e Coraggio e da questa gentilmente concesso”, mentre per l’inverno erano a disposizione le palestre e i cortili della Scuola Normale Statale “Gaetana Agnesi” e della Regia Scuola Tecnica Femminile "Teresa Confalonieri", istituti che ci portano alle figure di Maria Cleofe Pellegrini e di Regina Terruzzi.

La prima fu da subito al vertice della dirigenza – tutta al femminile – dell’Insubria, lasciando nel 1903 l’incarico ad Anna Böhm e restando nella società come presidente onorario. La seconda era nata a Milano, figlia di un eroe delle Cinque giornate del 1848. Viene ricordata per essere stata particolarmente attiva riguardo al miglioramento della condizione sociale femminile, avendo tra l’altro partecipato nel 1893 alla fondazione della «Lega per la tutela degli interessi femminili». Politicamente fu mazziniana, nazionalista, socialista e interventista. E’ stata una delle nove donne che il 23 marzo 1919 fu in piazza Sansepolcro per la fondazione dei Fasci di combattimento, iniziando un rapporto talvolta di affinità, in altri casi conflittuale con il movimento, poi diventato partito, fascista.

Facciamo un passo indietro e diamo lettura a quanto scrisse il «Corriere della Sera» il 3 aprile 1897: “Da molto tempo si parla e si discute della necessità dell’educazione fisica della gioventù che ha avuto qualche risultato per l’elemento maschile, ma non per quello femminile, sebbene tutti riconoscano il bisogno e il dovere di preparare delle madri sane e robuste, se non si vogliono avere figli malati e deboli. Quello che si fa nella scuola per l’educazione fisica della donna è poco in confronto a quello che si dovrebbe fare”. L’inizio dell’articolo era l’introduzione alla notizia che la «Lega per la tutela degli interessi femminili», la Mediolanum (società ginnastica maschile sorta un anno prima) e l’insegnante Amelia Mazzucchetti Cavaleri, si erano accordate per la creazione di una commissione incaricata di dar vita a una sezione femminile del sodalizio milanese. L’elenco delle insegnanti facenti parte di questo organismo comprendeva anche i nomi di Maria Cleofe Pellegrini e Regina Terruzzi, che evidentemente poco tempo dopo abbandonarono la Mediolanum.

I lavori procedettero spediti, tanto che venti giorni più tardi il foglio milanese tornò sull’argomento: “Ieri alle 16 nel Castello Sforzesco si inaugurò la Società femminile per l’educazione fisica. (…) Plaudiamo di cuore alla nuova Società e le auguriamo di procedere sciolta da qualsiasi vincolo, pur conservando grata memoria dei suoi genitori, padre Mediolanum e madre Lega”.

L’articolo lascia intendere che ciò che era nato avesse una certa autonomia dalla Mediolanum maschile. Una situazione che trova conferma nel «Ruolo d’anzianità delle società federate» periodicamente pubblicato dal Ginnasta, nel quale leggiamo che l’iscrizione alla Federazione dell’Insubria risale al 28 luglio 1902, preceduta di 19 giorni da quella della Mediolanum femminile, una adesione che rimarcava l’indipendenza dal sodalizio maschile, già nei ruoli federali dal 1898. Quindi, a differenza di tante altre società che avevano una sezione maschile ed una femminile ma che provvedevano ad una unica affiliazione, la Mediolanum ne eseguiva due, iscrivendo altrettanti delegati federali e indicando indirizzi della propria sede diversi. Alla ricorrenza dei dieci anni di fondazione della società, nel 1907, la signora Mazzucchetti Cavaleri era presentata come presidentessa e fondatrice dell’associazione. L’altro presidente, quello della Mediolanum maschile, era il noto ginnasta già della Forza e Coraggio e della Pro Patria Alberto Alberti, che sarebbe stato a capo del sodalizio fino al 1920.

Per cui, qual è stata la prima società ginnastica femminile autonoma, ovvero indipendente e non sezione di una società maschile? E’ la Mediolanum, vero?. Beh, si. No. Forse. Parliamone…