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Un fantasma si aggira cupo e minaccioso nelle scuole italiane: lo sport Stampa

Marco Cassani era persona dotata di grande competenza del fenomeno sportivo - atletica soprattutto - e nella scatola cranica aveva un cervello. Di conseguenza, scriveva cose intelligenti. Questo che riproduciamo ce lo ha proposto un nostro socio che, consultando la rivista «Atletica Leggera», sulla quale Cassani teneva, fra l'altro, una rubrica fissa, ha scovato questo bel commento, datato metà Anni '70. Tema: lo sport nella scuola. Ahinoi, come la canzone di Mina e Alberto Lupo: parole, parole, parole, parole, parole soltanto parole, parole tra noi. Tanto, non gliene è mai fregato niente a nessuno, in realtà, e tanto meno ora che anche lo sport è allo sfascio, oggetto solo di desiderio di potere, quattrini, affari leciti o illeciti, e vita da Michelazzo (tradotto: mangiare, bere e...con quel che segue). Leggere lo scritto di Cassani è come spalmare una crema alla calendula su una scottatura, allevia il dolore.

 

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