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Anche i campioni olimpici sono stati ragazzini, era tanto tempo fa... Print

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24 luglio 1980, sì, sono giusti quarant'anni fa. Era tanto tempo fa, come cantava Roberto Vecchioni, una canzone che faceva parte di un album che si intitolava «Bei tempi» (ci pare). Maurizio ha ricordato, in esclusiva per noi, altre volte la sua vittoria olimpica, ha scritto lui stesso di quel giorno. Lo scorso anno nella carrellata dei nostri vincitori olimpici siamo tornati su quel giorno. Oggi, non avendo a disposizione nessun candidato/a al prossimo Premio Pulitzer, abbiamo deciso di ripiegare su un più modesto ricordo, non scritto ma documentale. E possiamo farlo grazie ad un socio maniaco conservatore di documenti originali. Questo socio ci ha fatto avere il risultato ciclostilato, come si usava allora, di una gara di marcia disputata a Giussano l'8 settembre 1974: il foglio che osservate si riferisce alla prova riservata agli allievi, dal tempo diremmo una 10 chilometri, metro più metro meno. I nomi dei primi due ve li leggete da soli. Ci vorranno otto anni per partire da Giussano e raggiungere la pista dello Stadio Lenin di Mosca, per passare dal terzo Trofeo Tecnotrancia S.p.a. alla medaglia d'oro olimpica. E il nome della loro società ci procura altrettanti fremiti di emozione: Virtus Kennedy Asti, il club che aveva fra i suoi soci Luciano Fracchia, uno dei nostri soci fondatori.

C'erano altre due prove: quella dei seniores e quella dei ragazzi. Non possiamo far a meno di scrivere qualche riga sui bresciani, se non altro come segno di riconoscenza alla persona di quella zona che ci ha fatto avere questi fogli (tre), firmati con una calligrafia per qualcuno di noi indimenticabile: quella del cav. Mario Bruno, presidente del Comitato lombardo della Federatletica, un galantuomo mai sufficientemente rimpianto. Secondo Trofeo Medlar's Abbigliamento per i seniores, diremmo, visto il tempo, una quindicina di chilometri: vinse Vittorio Canini, un talentuoso bresciano, che si lasciò dietro Franco Vecchio, Giuseppe Fabbri e Pierangelo Fortunati. Scorrendo, verso il basso la classifica, troviamo il bergamasco Graziano Morotti e l'immortale Pietro Pastorini, loquace allenatore...da qui all'eternità. Persona che ha sempre suscitato tanto affetto. Nei ragazzini, uno dei più bei talenti della marcia buttato nella pattumiera dalla Federazione. Giancarlo Gandossi, di Lodetto di Rovato, prodotto con il marchio DOP della ignorata fabbrica Antonio Begni, carpentiere di marciatori. Classe da vendere, il Gandossi, ma venne il fatal giorno: o marciare o guadagnarsi la pagnotta. Prevalse la seconda, e allora via a tirar di lima nella aziendina familiare. Di quanti «delitti» di insipienza si sono macchiati i manovratori.

Maurizio ha una storia diversa da raccontare, con Giorgio e Sandro. E sappiamo che presto la racconteranno per intero. E con grande nostra gioia. Per ora ci limitiamo a dedicare a Maurizio, a Giorgio e a Sandro, la canzone di Roberto Vecchioni. Erano bei tempi, sì ragazzi di tanto tempo fa, erano davvero bei tempi.