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Ripassi di memoria: Augusto Frasca ci racconta i Giochi Mondiali Universitari Print
Tuesday, 25 August 2020 05:00

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La bella foto, ripresa dal settimanale sportivo «Tutti gli Sports», è legata ai Giochi Mondiali Universitari del 1933. Recita testualmente la didascalia:«Lo Stadio Civico milanese ha laureato i gogliardi italiani pei giuochi mondiali di Torino: la vedetta delle atletesse Ondina Valla di Bologna, dopo aver battuto il record italiano del salto in alto, vince innanzi alla Testoni i 100 metri piani». L'Arena milanese ospitava dunque le prove di selezione degli atleti italiani per le gare mondiali degli studenti universitari che si sarebbero tenute a settembre a Torino, prova generale dei primi Campionati d'Europa che erano già in calendario per l'anno successivo nello stesso Stadio torinese

Il timbro è del nostro Archivio Storico. La firma ha il nome di Raul Leoni e di Alessandro Bianco, uniti anni addietro in un'asciutta ricostruzione dei Campionati Mondiali Universitari. Tappa iniziale, Parigi, Stade de la Porte Dorée, 3-6 maggio 1923, siglati Campionati Internazionali Universitari. Di quella prima edizione, quattro nomi su tutti da segnalare. Charles Paddock, indisturbato in velocità, 10.2/5 e 21.0. Lo ritroveremo nella capitale francese l'anno successivo nello stadio di Colombes a cospetto di Harold Abrahams e di Jackson Scholz, quinto sui 100 alle spalle dell'uomo di Bedford evocato in Momenti di gloria, e secondo sui 200 dietro il connazionale. Adriaan Paulen, futuro presidente internazionale dell'atletica, sceso di forza su 400 e 800, vincitore nei primi in 51.1/5 e bruciato sul filo nel doppio giro di pista da Paul Martin, 1:57.0 e 1:57.1/5. Carlo Clemente, sassarese, autore nel 1921 del primo 'sopra i 50' italiano nel giavellotto, inattaccabile con i suoi 53.80 metri. Adolfo Contoli, magnifica figura atletica versata in poliedricità d'impegni, al vertice del pentathlon. Dell'esuberante bersagliere, dell'aviatore, del paracadutista, delle medaglie belliche al Valore, dei ventiquattro titoli italiani e dei dodici primati nazionali in sei specialità con maglia della Virtus, di uno dei tanti grandi del nostro sport mortificati dall'ignoranza, nulla di meglio dell'affidarsi alla riflessione dettata alle pagine della rivista federale Atletica, a commento della scomparsa avvenuta nel 1988, dalla mano, lucida nella sua sofferta inabilità, di Alfredo Berra: a distanza d'anni, nel giorno della morte, accadrà di dover spiegare a molti chi fosse l'uomo di cui appena s'è celebrato il funerale. Ѐ così. E forse è giusto che le vie dello sport passino anche attraverso l'ignoranza.

Mutati in Giochi Mondiali Universitari a partire dal 1924, disputati al Park Sobieski di Varsavia intitolato al re polacco annientatore degli ottomani nell'assedio di Vienna, furono ospitati per l'esordio organizzativo italiano nel 1927 allo Stadio della Farnesina di Roma dal 28 agosto al primo settembre, con affermazioni di Ludovico Paternò nel pentathlon e di Virgilio Tommasi, 7.03, nel lungo. Fu poi il turno di Parigi, dal 14 al 16 agosto 1928, e di Darmstadt, dal 7 al 10 agosto 1930. Ancora l'Italia, nel 1933, 7-10 settembre, nel nuovo stadio di Torino, azzurri in vetta con Luigi Beccali nei 1.500, 3:49.2, primato mondiale di Jules Ladoumègue uguagliato, su John  Lovelock, invitto protagonista sulla stessa distanza a Berlino nel 1936, con Umberto Cerati sui 3.000, 8:43.0, con la staffetta 4x400+200+200+800 di Giacomelli, Ferrario, Gonnelli, Beccali, con una strepitosa Trebisonda Valla, non ancora Ondina, 100 (12.9), 80 ostacoli (12.2) e alto (1.45), Claudia Testoni nel lungo (5.03), Lidia Bongiovanni nel disco (25.62), 4x100, 51.5 con Bongiovanni, Maria Cosselli, Testoni, Valla. Da Torino a Budapest, 1935, 15-18 agosto, ritrovando un futuro dirigente internazionale, Joszef Sir, 10.8 sui 100 e 21.6 sui 200, l'uomo che, da delegato tecnico della Federazione Internazionale di atletica all'Universiade del 1979, porterà nella tomba, inutilmente inseguito sulle tribune di Città del Messico da Robert Parienté, da Elio Trifari e dal sottoscritto, il referto ufficiale sulla velocità del vento registrata nella finale dei 200 metri. Poi, Parigi, 1937, 26-29 agosto, e Montecarlo, 1939, 24-26 agosto, anno in cui prese vita, in controtendenza, alla vigilia del conflitto mondiale, con una frattura che sarebbe stata archiviata solo nel 1962, analoga manifestazione targata Unione Internazionale degli Studenti. Ancora Parigi nell'immediato dopoguerra, 26-31 agosto 1947, con affermazioni di Emil Zatopek su 1.500 e 5.000, e del nostro Albano Albanese sui 110 (14.9).

Si tornò in Italia due anni dopo, a Merano, dal 2 al 4 settembre 1949, nella Settimana siglata dalla Fédération Internationale des Sports Universitaires di nuova istituzione, con cinque affermazioni azzurre, Danilo Pacchini, pisano di ferro, su 110 e 400 ostacoli, 15.1 e 55.4, Lorenzo Toso, 6.99, e Carmen Sciuto, 5.03, nel lungo, e la 4x100 maschile (Gino Roghi, Enrico Perucconi, Gino Riva, Elbano Allori). Due edizioni nel nord Europa, Lussemburgo dal 20 al 26 agosto 1951, e Dortmund, 13-16 agosto 1953, pedana d'oro nel triplo per la cavalletta brasiliana Adhemar Ferreira da Silva, modesta presenza azzurra,  gradino alto del podio a Milena Greppi, 100 in 12.3, le curiosità del sesto posto nei 200 di Carlo Vittori, 22.3, e per  la presenza nella 4x400 di Piero Massai, avviato a ritagliarsi ruoli autorevoli tra gli arbitri della pallacanestro e nella struttura tecnica nazionale della Federazione di atletica. Con San Sebastiano, 11-14 agosto 1955, il ciclo dei Campionati Mondiali Universitari venne archiviato con una raffica di affermazioni italiane, Ezio Nardelli, 110 in 15.2, Gianmario Roveraro, 1.90 nell'alto, Edmondo Ballotta, 3.80 nell'asta, Giuseppina Leone, 100 in 12.0 e 200 in 24.8, Milena Greppi, 80 ostacoli in 11.5, e staffetta veloce femminile con Angiolina Costantino, Leone, Luciana Cecchi, Greppi, in 49.0. Nel 1957, con l'edizione di Parigi, i Giochi divennero maturi, aprendo la strada formalmente alla prima edizione dell'Universiade. Sarebbe esplosa due anni dopo, con l'avvento di Primo Nebiolo alla testa dell'organismo internazionale, a Torino.     

Last Updated on Friday, 04 September 2020 06:42