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Vi raccontiamo Donato Pavesi, un campione rimasto senza medaglia (5) Print

Prosegue il lungo viaggio attraverso la carriera del marciatore Donato Pavesi. Carriera lunga, pertanto viaggio altrettanto lungo, che ha impegnato Alberto Zanetti Lorenzetti con una approfondita ricerca. E se ne vedono i risultati. In questa puntata: i Giochi Olimpici di Anversa 1920 son finiti, sono stati un trionfo per la marcia italiana con le due medaglie d'oro del giovane Ugo Frigerio. mentre il focoso Donato ha dovuto masticare amaro per le due squalifiche in entrambe le finali, nelle quali, comunque, non aveva raggiunto il podio (aveva chiuso al sesto posto sui 3 mila metri). Archiviata l'Olimpiade, si torna alla frenetica attività di sempre e si allarga l'orizzonte: Donato cambia casacca, ma questo era frequente a quei tempi, poi va a sfidare i marciatori inglesi a casa loro. Con la mente e il fisico sempre pronti per la amata «Cento Chilometri». 

Come nelle puntate precedenti, ricca la documentazione fotografica, reperita da Alberto. Prima foto: riproduzione della copertina del mese di agosto 1920 con i nostri due campioni, Frigerio e Pavesi, a torso nudo; quindi un primo piano datato 1921. Nuovamente l'onore la copertina intera del novembre 1922 che celebra la sua nuova vittoria alla «Cento Chilometri», e una pagina di commento della stessa gara; nella parte bassa una foto del triestino Giusto Umek che fu l'ultimo a cedere alle porte di Milano. Fu anche l'ultimo successo di Pavesi nella mitica gara lombarda, che iscrisse il suo nome al primo posto per ben cinque volte

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Londra, la nuova meta

Anno nuovo, casacca nuova. Nel 1921 per la prima volta si presentò con quella maglia celeste con i tre cerchi sul petto dello Sport Club Italia che, seppur usata a intermittenza, fu indossata in tante memorabili occasioni. Il 3 aprile sui 20 chilometri del Giro di Roma dovette cedere il passo a Silla Del Sole, il combattivo e tenace marciatore che il 20 aprile cercò di contrastargli il quinto successo alla «Cento Chilometri», ma fu costretto al ritiro. Il secondo posto andò al triestino Umek.

Seguì la prima trasferta in Inghilterra. Il 16 maggio, Pentecoste, a Londra, il Club di atletica di Angelo Molinari – un italiano che aveva fatto fortuna con un ristorante nel poco raccomandabile quartiere di Soho – organizzò un incontro di gare podistiche fra inglesi, belgi e italiani, dotato di una coppa challenge del Re d’Italia e alla presenza dell’ambasciatore De Martino. Si gareggiava allo stadio di Stamford Bridge, tempio calcistico del Chelsea, con Emilio Brambilla accompagnatore di una folta rappresentativa di atleti tutti lombardi – con l’eccezione del romano Blasi – che comprendeva Mario Riccoboni, Giovanni Tosi, Dante Bertoni, Ernesto Ambrosini, Carlo Speroni, i marciatori Frigerio – vincitore il giorno precedente di una gara a handicap – e Pavesi. Nella prova delle 14 miglia Donato riuscì a battere avversari quotati come il ben noto Harlod Ross e William Hehir, vecchia conoscenza risalente ai Giochi di Anversa.

La seconda parte della stagione fu strepitosa: il 20 settembre, con la maglia del Milan F.C., vinse il Campionato italiano della maratona di marcia, poi tornò in Inghilterra. A Londra Pavesi si presentava con un curriculum di 4 vittorie nella «Cento Chilometri», svariati primati nazionali e 3 titoli nella maratona di marcia, ma gli mancava una probante affermazione all’estero su atleti di valore internazionale in una gara di prestigio. Quell’8 ottobre, nella Londra-Brighton, stracciando la concorrenza britannica, costringendo Ross al ritiro e staccando nettamente Atkinson, colmò anche questa lacuna. L’anno si concluse con il primo posto nella Marcia della Vittoria disputata il 5 novembre a Treviso e, a fine dicembre, nella maratona di marcia disputata a Firenze davanti a Brunelli e Del Sole.

La stagione del 1922 ebbe inizio con una vittoria a Codogno il 10 aprile, seguita dalla trasferta a Londra per la gara di Pentecoste, con la partecipazione anche dei marciatori Valente e Gariboldi, Ernesto Bonacina (100 metri), Vittorio Tommasini (200 metri), Ermete Alfieri (400 metri), Giuseppe Bonini (800 metri), Giovanni Garaventa (miglio), Antenore Negri (3 miglia), Primo Brega, Mario Rossi e Angelo Malvicini (mezza maratona sui 23 chilometri). Gruppo di atleti che poco avrebbe avuto da invidiare a una rappresentativa nazionale ufficiale. La gara di marcia a squadre sulla distanza delle 3 miglia fu vinta da Harold Ross, con Pavesi terzo, Valente e Gariboldi squalificati. Nella mezza maratona si ebbe la rivincita di Pavesi, che lasciò alle spalle Ross. La Coppa del Re d’Italia fu vinta dagli inglesi, davanti a italiani e francesi.

Ormai l’atletica italiana si stava sempre più aprendo all’attività internazionale, e in particolare si stava consolidando il rapporto fra Pavesi e gli inglesi, al punto da preferire le “classiche” britanniche ai Campionati italiani, portando con sé anche i suoi più titolati rivali sulle lunghe distanze: Umek e Del Sole. Come da tradizione, al settimo rintocco di campana del Big Ben il 23 settembre i concorrenti partirono dal ponte di Westminster per raggiungere Brighton. Donato, prese la testa e la mantenne per 40 chilometri, poi cedette anche a causa di dolori viscerali, per cui passarono al comando prima Horton e poi Umek. A circa 2 chilometri dall’arrivo il triestino ebbe una crisi e fu superato da Horton. L’ordine d’arrivo fu: primo Horton in 8 ore 27’12”2/5, secondo Umek a otto minuti e mezzo, terzo Pavesi staccato di 26 minuti. Fra le varie gare che in quei giorni i marciatori italiani affrontarono, la Manchester-Blackpool del 9 ottobre vide l’ottima prestazione degli italiani, con Pavesi primo, Umek terzo e Del Sole quarto.

Esattamente un mese dopo, il 9 novembre, al campo della Forza e Coraggio, Donato fece un tentativo di primato delle 20 miglia. La prova non diede l’esito sperato, ma prima della conclusione erano stati migliorati i record delle 13 e 14 miglia. Dieci giorni dopo si disputò la «Cento Chilometri», tornata alla stagione autunnale cambiando tracciato e con un tocco di internazionalità dato dalla presenza di marciatori spagnoli. Pavesi ebbe un avvio veloce, ma dovette subire il ritorno di Umek, che dal 48esimo chilometro fino alle porte di Milano condusse la gara per poi avere un calo che permise a Donato di giungere primo al traguardo. Fu l’ultimo suo successo nella «Cento», a suon di primato della manifestazione. Il 27 novembre si impose in una gara di 5 chilometri allo stadio di Brescia.

(segue)