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Bruno Bonomelli nel ricordo di Oliviero Capuccini: sembrava il tenente Sheridan Print

C'è qualcuno che si ricorda del tenente Sheridan? Eh, buonanotte. Deve avere i capelli, quelli rimasti, color Biancaneve. Fine anni '50 primi anni '60, la RAI stava entrando prepotentemente nelle case degli italiani, il tubo catodico era diventato status simbol del benessere della nostra gente, come l'auto, il frigorifero, le vacanze a Viserbella alla Pensione Mariuccia, trattamento familiare. E le serate con il «detective dall'impermeabile bianco», Ezechiele «Ezzy» Sheridan, erano un appuntamento fisso con il giallo poliziesco. All'investigatore dava il volto il romano Ubaldo Lay (cognome originario Bussa), attore cinematografico esordiente in spettacoli del GUF, la gioventù universitaria fascista, poi teatro, radio, televisione, cinema, e infine doppiatore. Uno dei volti più noti per tanti anni.

E che c'azzecca il tenente Sheridan/Ubaldo Lay con Bruno Bonomelli? Nasce da un singolare accostamento immaginato da Oliviero Capuccini, imprenditore dell'ambiente e degli spazi verdi. Oliviero ha letto quello che abbiamo scritto recentemente in questo nostro sito di Bruno Bonomelli e ci ha fatto avere un suo breve ricordo personale del turbolento rovatese. Oliviero - come ci ha raccontato Elio Forti, nostro socio, testimonianza vivente di cinquanta anni di podismo nella zona di Gargano, lago di Garda, Montegargnano e dintorni - era un cavallino di razza, aveva talento per la corsa, fosse campestre, su strada o in montagna. Bonomelli lo notò, credeva in lui e ne voleva fare un corridore, un maratoneta possibilmente. Ma Oliviero correva solo per divertirsi. Nel 1978 con i fratelli Franco, Agostino, Mariuccia e altri soci diedero vita alla Agri-Coop Alto Garda Verde, cooperativa sociale, dice il sito www.agri-coop.it/ «impegnata in tutto il vasto ambito che parte dall’agricoltura e arriva all’ingegneria naturalistica, passando per la progettazione, la realizzazione e la manutenzione di qualunque tipo di spazio verde, senza dimenticare la produzione vivaistica». Azienda (ha festeggiato i suoi primi 40 anni nel 2018) attiva prima di tutto nel sociale e poi nello sport. Negli anni '80 ci fu una bella realtà atletica sulla sponda bresciana del Benaco che prese il nome di Agri Coop Libertas Garda; inoltre la cooperativa è sempre stata vicina, in concreto, alla corsa podistica di Navazzo (47 edizioni filate). Anche se Franco Capuccini ha una passione, fin da ragazzetto, tutta acquatica per le regate: è stato presidente del Circolo Vela Gargnano di cui attualmente è vicepresidente con incarichi tecnici; ma può anche mettere in bacheca ottimi risultati agonistici nella «Centomiglia» velica, la regina delle regate in acque interne. Su terra ferma, Oliviero vinse la quarta edizione, nel 1977, della gara podistica di Navazzo. Non aveva visto male - come sempre, del resto - il Bonomelli, ma non se ne fece niente. Ringraziamo Oliviero Capuccini per le belle parole di ricordo «di quello della camomilla». Potete leggere le sue righe qui di seguito.

"Lo ricordo, mi venne a cercare a Gargnano, non ricordo l'anno, di sicuro dopo il '75. Ci siamo incontrati davanti alla Chiesa di San Martino, aveva un impermeabile tipo tenente Sheridan. Mi disse: so che vai bene con la corsa ma devi allenarti con sistema. Ti iscrivo alla società La Pedestre, e faremo vedere noi a quelli...non so a chi si riferisse. Gli dissi che per me correre era un divertimento, non volevo fosse un lavoro. Mi diede il suo libro con dedica dicendomi di ripensarci e allenarmi. Per qualche mese chiamò periodicamente a casa dicendo a quale gara mi aveva iscritto. «Quello della camomilla - mi diceva la mamma - ti ha cercato, ha detto che domenica ti aspetta alla gara di...». Dopo alcuni mesi non chiamò più visto che non mi ero mai presentato. Di lui non so cosa dire avendolo visto solo per un'oretta, mi diede l'idea di essere molto arrabbiato con qualcuno del settore. Però per me era ed è rimasto uno sconosciuto fino a pochi anni fa".

Nelle foto: la dedica scritta di pugno da Bruno Bonomelli sul suo libro sulla corsa campestre, di cui fece dono a Oliviero Capuccini. Sotto: una foto dall'archivio di Elio Forti: siamo a Serniga di Salò, metà anni '70 circa, Trofeo Ilario Roberti. Oliviero è il primo a destra, con il cappellino. Terzo da sinistra, un altro appassionato promotore del podismo gardesano: Cesare Bernardini, scomparso un paio di anni fa, che ancor oggi detiene uno dei migliori tempi sul Giro del lago di Garda di corsa, circa 150 chilometri.


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