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I 1000 della «Sinfonia dei 1000» di Enzo Rossi: un ricordo di Gianfranco Carabelli Stampa
Mercoledì 02 Dicembre 2020 14:46

Ci fa davvero piacere pubblicare un contributo del Maestro dello Sport Gianfranco Carabelli, con il quale si ricorda Enzo Rossi scomparso qualche giorno fa. Gianfranco, che è nostro socio, ha speso tutta la sua vita professionale nell'ambito del C.O.N.I. e di varie Federazioni; soprattutto è stato tenace assertore della ricerca applicata allo sport, tanto all'interno dell'atletica quanto in ambito del Comitato olimpico nazionale. Ricordiamo che fu anche Segretario Generale della Federatletica. Il titolo che accompagna questo scritto può sembrare sibillino, ma trova una chiara spiegazione nell'articolo di Gianfranco. Cui va il nostro ringraziamento.

Nella foto: un sorridente Enzo Rossi, che sfoggia la sua tipica zazzera capelluta, insieme a Pietro Mennea. Desideriamo ringraziare l' archivio fotografico della rivista «Atletica Leggera» (1959 - 2001) che ci ha messo a disposizione questa ed altre foto, e l'amico Daniele Perboni che ha fatto da tramite a Vigevano

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Con larga approssimazione, per difetto, questi (quelli citati nel titolo, n.d.r.) erani i numeri su cui lavorava Enzo Rossi prima di assumere l'incarico di Direttore tecnico della Federazione di atletica leggera e per il quale viene, giustamente, ricordato dagli atleti e dai tecnici con i quali ha avuto rapporti diretti.
Ma c’è stato anche un "altro" Enzo Rossi, meno “diretto”, capace di ideare e gestire programmi oggi quasi impensabili e che, a mio avviso, dovrebbe essere ricordato e, se ancora possibile, preso in seria considerazione. Non mi riferisco né ai progetti né ai programmi (quelli sono già nei cassetti) ma alla capacità di gestione e di realizzazione degli stessi. E qui dobbiamo rendere merito a Enzo Rossi, quando era responsabile dell’Attività giovanile e dell’Attività tecnica dei Comitati Regionali - fino ad allora pressoché negletta - di avere dato il meglio di se stesso come «dirigente a tavolino», che per lui, comunque, significava stare continuamente con il telefono in mano oppure girare in lungo e in largo per l’Italia a contatto con tecnici, atleti, dirigenti periferici e di club, Comitati, etc.
In breve: prima di tutto ha imposto che ogni Comitato regionale, con il contributo del Settore tecnico nazionale, organizzasse annualmente un corso per Assistenti Tecnici, articolato su nove fine settimana, uno per ogni gruppo di specialità, preceduto da lezioni di base di fisiologia e di psicopedagogia applicate all’ atletica leggera. Significava ben 21 corsi all’anno da svolgersi nel cosiddetto periodo invernale, corsi per 10/12 docenti con una media di circa 30 partecipanti. Fatti i conti, siamo al primo numero 1000 dedicato alla formazione o, più in generale, alla cultura sportiva che ha anche prodotto le prime dispense, curate per la prima volta dai Capi settori nazionali corredate dei primi supporti audiovisivi. Siamo agli inizi degli anni ‘70, con i limiti di allora in termini di risorse umane, finanziarie e tecnologiche.
Il secondo numero 1000, ma più verso i 1200, è costituito dagli atleti partecipanti ai Centri estivi, che duravano 15 giorni, sparsi in tutta Italia, ai quali bisogna aggiungere decine di tecnici, oltre agli organizzatori e i medici coinvolti. In questa iniziativa Enzo avvalse del contributo competente e decisivo dell'indimenticabile ‘’rettore‘’ dei Centri estivi del ministero della Pubblica Istruzione, prof. Fernando Ponzoni, della Fratellanza Modena (*). 
Il terzo numero 1000 riguarda il numero di atleti seguiti attraverso i Centri Regionali di Specializzazione, affidati alla direzione dei Fiduciari tecnici regionali -- Carlo Venini, allora Fiduciario tecnico della Lombardia, ne era il più convinto sostenitore -- ciascuno dei quali per l’ attività sul campo e in aula poteva contare sulla collaborazione di una decina di tecnici specialisti. I Centri venivano organizzati nelle varie località delle regioni ritenute più idonee per la preparazione del momento. Si svolgevano nel corso di due fine settimana al mese, uno allargato agli atleti e ai loro allenatori e uno riservato ai soli tecnici di società, nel corso dei quali venivano concordati e verificati i programmi di allenamento per tutta la fase della preparazione invernale, fino all’inizio della stagione agonistica.
Da questo complesso sistema organizzativo regionale strettamente collegato, sotto l’aspetto programmatico, con il Settore tecnico nazionale, sono cresciute le giovani ‘’seconde schiere’’ di quel momento, diventate, dopo pochi anni, il nucleo centrale della grande squadra nazionale di atletica leggera che tutti ricordano, completa in tutti i settori, i cui i numeri tre, quattro e oltre spesso non avevano nulla da invidiare agli atleti di vertice, ai titolari di squadra.
A chi ha competenza in materia di organizzazione di sistemi complessi, basati sulla massima prestazione, sui rapporti umani, sui rapporti tra tecnici, atleti e dirigenti, fra livelli orizzontali e livelli verticali, credo servano poche parole per comprendere che cosa volesse dire la gestione di tutto questo movimento. Questo complesso sistema organizzativo per un certo numero di anni è stato pensato, programmato e gestito, appunto, dall’ ‘’altro’’ Enzo Rossi. Il quale, per fare tutto ciò, ha saputo avvalersi - valorizzandoli - di molti collaboratori scelti fra gli Insegnanti di educazione fisica, i funzionari e gli impiegati federali e le nuove figure professionali appena immesse nei ruoli del C.O.N.I. e da lui subito investite di incarichi di responsabilità, mettendole alla prova in modo quasi spregiudicato. Mi riferisco ai Maestri di Sport dell’ atletica che ancora oggi gli sono grati per la fiducia da lui riposta in loro nel momento più difficile e più incerto della loro attività professionale, sovente indirizzandoli, o comunque sostenendoli, senza indugio verso frontiere innovative, successivamente divenute anche molto promettenti come, per esempio, il Centro Studi & Ricerche Fidal, assunto come modello di riferimento da parte di tutte le Federazioni.
 
(*) N.d.r. -  Fernando "Nando" Ponzoni, modenese, insegnante di educazione fisica e allenatore di atletica. Fra i tanti che furono da lui «plasmati» Antonio Brandoli il quale, nel 1962, stabilì il primato italiano con 2.04. Brandoli non raggiungeva il metro e 70 di statura. Ponzoni produsse anche alcune belle pubblicazioni, la più nota nel mondo degli insegnanti di educazione fisica «L'atletica leggera nella scuola italiana» (1968, se ne stamparono varie successive edizioni). Un'altra sua grande passione era il lancio del martello, Modena e Carpi furono fucine di lanciatori per decenni, fin dagli inizi del secolo XX. Ponzoni diede alle stampe un primo libro nel 1975, «Appunti per una storia del lancio del martello a Modena», con prefazione di Luciano Fracchia, socio fondatore dell'A.S.A.I. Un seconda edizione, ampliata, vide la luce nel 1985: «Sessant'anni di lancio del martello a Modena». Chi ha conosciuto Ponzoni racconta di un gentleman, educato, gentile, con la scuola e l'atletica nel DNA.
Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Dicembre 2020 18:44