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Omaggio a Giuliano Gelmi: anno 1955, bella stagione con tante soddisfazioni (1) Stampa

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La foto qui sopra appartiene all'Archivio personale di Giuliano Gelmi, che gentilmente ci ha autotizzato la pubblicazione

"In quella edizione c'era anche il mio primo allenatore: Luigi Facelli". Poche parole rilanciate sullo spazio ASAI di Facebook. Ce le ha inviate Giuliano Gelmi, uno dei nostri migliori mezzofondisti degli anni '50, che ci ha sempre seguito con simpatia. Sì, a Los Angeles 1932, Giochi Olimpici, i secondi sul suolo americano, c'era anche «Luisot» Facelli, il quale era alla sua terza Olimpiade, poi ce ne sarà anche una quarta, a Berlino, quattro anni dopo. Sulla pista del Coliseum californiano il campione di Novi Ligure ottenne il suo miglior risultato: quinto nella finale dei 400 metri ostacoli. Dopo la lunga e importante carriera, Facelli insegnò l'atletica ai giovani. E, se ricordiamo bene, partì proprio da Pavia, dove Gelmi era accasato al locale C.U.S., dopo aver vestito negli anni precedenti i colori della Lancia Torino. Gelmi era bergamasco di nascita, esattamente di Leffe, in Val Gandino. Vide la luce il 2 luglio 1931.

Perchè proprio il 1955? Una casualità: un socio stava pazientemente consultando ritagli di giornali, liste bonomelliane (le uniche che esistevano allora…) e rivista federale di quell'anno. Ha trovato spesso il nome di Gelmi ed ha deciso di fare una «deviazione» per raccontarci qualcosa di lui in quella stagione. Che Giuliano aprì con una convocazione per un raduno dei migliori mezzofondisti nazionali a Schio, dal 16 al 22 marzo. Una notizietta a pagina 2 del numero 5 del quindicinale della Federazione informa che insieme a lui, nel primo turno di allenamenti, ci saranno anche Alfredo Rizzo, Gianfranco Baraldi, il lucchese Alvaro Lensi (spesso scritto anche come Lenzi), il giovane promettente modenese Natale Coliva, e altri ancora. Direttore del raduno il C.T. Oberweger, assistito da Lauro Bononcini e Mario Lanzi.

Il nostro fece il debutto agonistico stagionale a Vigevano, l'11 aprile, con un 800 cronometrato in 1:58.2, in solitudine assoluta, visto che il secondo, il vigevanese Rivolta, arrivò in 2:16.5. Tanto per fare un po' di velocità corse anche un 300 in 38.7. Pochi giorni dopo, 16 e 17 aprile, doppio impegno a Milano: primo giorno la batteria degli 800, la terza: fecero gara a sé, l'emergente ventenne Gianfranco Baraldi (Libertas Bergamo) 1:56.7, con Gelmi non lontano 1:58.0. L'indomani la finale, molto serrata: la vinse Luciano Patelli (Pro Patria), che in batteria era stato più parsimonioso con le sue energie, 1:56.0, incalzato fino alla fine da Gelmi, 1:56.1, e da Baraldi, 1:56.3. Siamo adesso al giorno 25, la «rosea» scrisse:” Gelmi dà misura delle sue possibilità, correndo da solo i 1500 in 4:02.1, cioè 1 secondo e 5 sotto il suo miglior tempo 1954".

Giusto il tempo di salire sul treno per raggiungere la Riviera Romagnola: a Rimini erano in programma, su tre giornate, i Campionati nazionali universitari (furono presenti atleti di 22 università). Il 29 aprile primo turno dei 1500: Gelmi, in prima serie, controllò facile, 4:22.0. Poi batteria della staffetta 4x400 con il C.U.S. Pavia: Gelmi in terza, in prima il bresciano Gaspare Bertuetti, gli altri erano un giovanotto di Alessandria, Luigi Albertelli, atleta da 50 secondi e pochi (stavolta fu quarto nella finale dei 200), e tal Redondi, del quale poco conosciamo se non un 2:07.1 sugli 800 durante un incontro Milano – Pavia verso fine giugno (3:32.2, miglior tempo per i giovanotti dell’Alma Ticinensis Universitas). Ci par doveroso far rimarcare la presenza di Ludovico Perricone, torinese, sia sui 400 sia nel quartetto del C.U.S. Torino. Curioso svarione della «rosea» che scrisse Perruconi e non Perricone, confondendo con il cognome del velocista di parecchi anni prima e che non correva più da qualche anno (11.2 nel 1950). Ludovico fu poi giornalista per tutta la vita, fino alla vicedirezione del quotidiano «Tuttosport», una passione illimitata per l’atletica, tanto da scrivere insieme al nostro Marco Martini un elegantissimo volume sull’atletica piemontese. Tragica la sua fine: fu travolto e ucciso da una moto mentre rientrava a casa dopo aver cenato fuori, era l’estate del 2004.

Doppio impegno per Gelmi anche il secondo giorno, 30 aprile. Corse la prima batteria degli 800, vinta in 2:01.2, e poi la finale dei 1500: titolo universitario in 4:07.0, il bolognese Mario Geat 4:12.0. Il giorno dopo, 1º maggio, stesso ordine d’arrivo nella finale degli 800: 1:58.3 contro 2:00.2. E per chiudere terzo titolo universitario per il nostro studente di chimica con il quartetto, già citato, della quattro per quattro: 3:29.0. Il C.U.S. Pavia oltre ai tre titoli di Gelmi ne ebbe un quarto con Domenico Palenzona nel disco; se non prendiamo un clamoroso abbaglio Palenzona, negli anni successivi, sarà ricercatore e assistente volontario nella stessa università per Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Nota aggiuntiva: ricordiamo il successo di Enrico Spinozzi, non uno qualunque nella vicenda atletica romana e nazionale, sui 400 (50.6) e secondo con la 4x4 romana.

Prima riunione nazionale dell’anno il 15 maggio: a Modena la «Coppa Arata». La «Gazzetta dello Sport» rimarcò “Un importante successo di pubblico…”. Scrisse la pubblicazione federale:” La attesa riunione nazionale…ha avuto un grande successo…è durata sin oltre le 20, dato l’elevato numero di iscritti (circa 250) che ha costretto gli organizzatori a rivoluzionare l’orario con l’aggiunta di numerosi turni di eliminazione e qualificazione”. Evidentemente le iscrizioni si facevano sul campo, all’ultimo minuto, altrimenti un commento così non avrebbe senso. “In tre-quattro ore i quattrocentisti hanno corso cinque volte, e i centisti quattro”. Dai risultati ufficiali abbiamo contato otto batterie dei 100, poi quarti di finali, semifinali e finale; per i 400 sei batterie, semifinali e finale, e poi, tanto per arrotondare, batterie della 4x4 e finale. Per non dire degli 800: quattro batterie e finale. Questa gara riunì tutti i migliori del momento; le batterie fecero registrare otto tempi sotto i due minuti, che per quei tempi…; la migliore fu la quarta, vinta dal diciannovenne reggiano Natale Coliva, 1:57.8, su Gelmi, 1:58.8, appaiato da Alfredo Rizzo, e subito dopo il bresciano Aldo Bonfadini, 1:58.9.  Questo scrisse il quindicinale federale sulla finale:” Ha vinto Gelmi, che appare il più in forma dei mezzofondisti attualmente e ben otto atleti si sono presentati all’arrivo nello spazio di una decina di metri. Coliva, giovane della scuola, ha infilato tutti per il secondo posto; da ricordare che ha corso due volte in meno di 1:58:0 e che il suo primato era di 2:02.4…Illustri battuti Patelli, Tagliapietra, Rizzo. Onorevole il comportamento di Baraldi”. Risultati: Gelmi 1:56.5, Coliva 1:57.3, Baraldi 1:57.6, Tagliapietra 1:58.0, Rizzo 1:58.3, Patelli 1:58.5, il vicentino Carlo Clementi 1:58.7; il piacentino Cesare Dordoni 1:58.8 (primato della città dei Farnese, primo a scendere sotto i due minuti sulla distanza).

Milano, 22 maggio, fase regionale del Campionato di società: bel 1500 vinto da Baraldi, 4:00.6 su Gelmi, 4:01.5, e Rizzo, 4:01.8. Riprendiamo da «Atletica»:” …una ottima gara ha visto primo al traguardo il ventenne Baraldi al limite dei quattro minuti, mentre il campione italiano Maggioni (Vittorio, di Desio, n.d.r.) è giunto sesto. Baraldi ha migliorato di ben tre secondi il suo record del 1954 (4:03.6, Milano 13 giugno, n.d.r.); gli sono arrivati alle spalle in meno di 4:02.0 Gelmi e Rizzo, che pare ritrovarsi. Poi ancora Fontanella e Bassano, entrambi migliorando nettamente i rispettivi precedenti limiti”. Il primo cremonese di Piadena, il secondo comasco di Osnago. Insistette Gelmi: il 29 maggio, sempre a Milano, durante i Campionati lombardi di II e III Serie, migliorò di un decimo, 4:01.4; lontanucci Fontanella e Bassano.

Quattro furono le semifinali del Campionato di società, il 4 e 5 giugno, una a Milano. Il primo giorno, nella terza serie degli 800, il migliore fu Luciano Patelli (originario di Visinada, Pola) con 1:55.6, seguito da Lensi, 1:56.1, Gelmi 1:56.5, Rizzo 1:56.5, Fontanella 1:56.9. Il giorno appresso, Gelmi perforò infine la barriera dei quattro minuti, che allora per i mezzofondisti italiani era pur sempre un «muricciolo». Questo fu l’ordine d’arrivo della seconda serie, la migliore: Gelmi 3:59.8, Rizzo 4:00.2, Maggioni 4:01.2, Bassano 4:02.6, Lensi 4:03.4.

Tra noi e il resto del mondo nel mezzofondo purtroppo c’era un baratro. In questi stessi giorni, a Budapest, ci fu un 1500 vinto da Roszavolgyi in 3:42.8 (il magiaro sarà terzo nella finale olimpica a Roma ’60), seguito da Tabori 3:45.0 (primatista del mondo della distanza e quarto ai Giochi Olimpici di Melbourne ’56). Oppure a Compton, in California, l’americano, del Kansas, Wes Santee corse il miglio in 4:01.2, circa 3:43.0 sui 1500. Alla fine di quell’anno furono una ventina gli atleti sotto i 3:45.0.

(fine della prima parte – segue)