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Licinio Bugna, il velocista di Storo che piaceva anche alle stelle del cinema (2) Stampa
Martedì 28 Dicembre 2021 11:44

Seconda parte della bella storia scritta da Ennio Colò per ricordare la figura del velocista (100 e 200 metri) di Storo Licinio Bugna, primo atleta trentino ad essere convocato per una edizione dei Giochi Olimpici, a Berlino nel 1936. In questa parte Colò si sofferma sulla vita del dottor Bugna, una volta accantonata l'attività atletica (ultime gare nel 1937, che abbiamo citato nella prima parte di questa storia). È una bella storia, fatta non solo di sprint, di gare, di tempi, ma è il racconto della vita di un uomo che, partito dalle montagne trentine, ottenne notorietà nello sport e successo nella vita. professionale e personale. Questo è il «taglio» che ci piacerebbe dare sempre alle nostre ricerche: c'è una vita dopo l'attività atletica, e di questa parte spesso conosciamo poco o nulla. Per questo, nel caso di Licinio Bugna, siamo veramente grati all'amico Ennio Colò che ci ha raccontato il personaggio.

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Licinio Bugna indossa in questa foto la maglia della gloriosa Pro Patria Milano per la quale gareggiò alcune stagioni. A fianco la locandina del film «I bambini ci guardano», diretto da Vittorio De Sica, protagonista l'attrice Isa Pola, che Licino sposò nel 1949

 Gli orrori della guerra

Arrivò poi la guerra e il dottor Bugna fu aggregato al reggimento Nizza Cavalleria e poi ai Bersaglieri della Centauro come sottotenente medico. Un episodio lo segnò profondamente: nel 1943 (esattamente il 21 dicembre) gli fu ordinato come ufficiale medico di assistere e certificare la morte, per fucilazione nel cimitero di Erba, del giovane partigiano Giancarlo Puecher condannato a morte da gerarchi fascisti lombardi (si veda la Nota 1 alla fine dell'articolo di Colò).

Con la fine della guerra Licinio intraprese pienamente la professione medica come assistente della Clinica Ostetrica dell’Università di Milano e come ginecologo delle Terme di Salsomaggiore.

Gli anni della maturità

In quegli anni postbellici ebbe occasione di frequentare ambienti elitari, tanto che il 13 novembre del 1949 portò all’altare nella chiesa di S.Agnese, in piazza Navona a Roma,  la famosa attrice Isa Pola, figlia di un importante colonnello (si veda la Nota 2).  Delle nozze si occupò la cronaca mondana della “dolce vita” con articoli che campeggiavano sulla stampa nazionale. Isa Pola, nome d’arte della bolognese Maria Luisa Betti di Montesano (1909-1984), nota per la sua bravura e bellezza ha recitato nel cinema e teatro,  dagli anni ’30 agli anni ’50 accanto ad attori dal calibro di Totò e Gino Cervi e sotto la guida di registi come Vittorio De Sica. Quando nel vecchio Cinema di Strada si proiettarono negli anni a seguire i film intitolati:  I bambini ci guardano, Furia, Lucrezia Borgia, per citarne  alcuni in cui Isa Pola era protagonista,  agli spettatori sembrò un sogno osservarla sullo schermo e pensare che  fosse stata consorte, almeno per qualche anno,  del loro paesano Licinio. Infatti la bella storia finì presto, troppo distanti nel lavoro, negli interessi e nel carattere e con gli scarsi mezzi di comunicazione di allora, lei impegnata a Cinecittà o a Londra a girare film e lui in quel di Milano dedicato alla professione medica. Licinio pensò così di ritornare in regione, trovarsi casa e  lavoro a Trento come medico presso la Cassa Mutua, e nel 1972, dopo l’approvazione della legge sul divorzio (1970, legge confermata dal successivo Referendum abrogativo del 1974) ottenne la separazione e sposò felicemente la signora Bianca Camin, che tuttora abita a Trento in buona salute.

Nel 1983 partecipò a Lodrone, invitato dalla Società Atletica Valchiese, alla premiazione  del Cross delle Regioni, gara nazionale di corsa campestre  e nel 1984 in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Settaurense fu uno degli ospiti d’onore nel corso dei festeggiamenti  presso il campo sportivo Grilli.

Nel corso della sua terza età Licinio poi si dedicò anche ai genitori che trasferì a Trento per averli più vicini negli ultimi anni della loro vita,  senza disdegnare ancora qualche partita di tennis, giusto per tenere in allenamento quelle qualità motorie non comuni  che lo hanno incoronato tra i migliori velocisti italiani tra gli anni ’30 e ’40. Ci ha lasciati nel 2000 a poche settimane dall’inizio del Ventunesimo secolo.

La parentela di oggi

Siccome  Licinio era figlio unico e non ebbe eredi, la parentela di questa casata dei Bugna fa riferimento ai fratelli e sorelle di papà Costante. Sono i nonni e le nonne dei nipoti  che oggi vivono e lavorano nei nostri paesi. La sorella Erminia Bugna si sposò nel 1899 con  Giovanni  Salvagni,  nonni di Bruno, Fiorenzo e Rosanna. Paola Elisabetta Bugna sposò Mariano Mosca Capelà  le cui figlie Teresa Tullia e Ancilla Sindolfa sposarono rispettivamente Simone Bugna Mozina e Bonisolli Luigi di Prè di Ledro. Entrambe le coppie divennero genitori di numerosi figli. A Bersone conosciamo Alessandro, Mario, Franco, Claudio, Cornelio e Costante mentre a Prè di Ledro nacquero Elisabetta, Clelia, Piera, Graziella, Marco, Mariano e Carlo.  L’altra   sorella di  Costante,  Lucia Giuseppina sposò Cirillo Bugna Tonaldo e dai due figli Carlo e Francesco, sposi rispettivamente di Vigilia Mosca di Prezzo e di Zita Bugna,  nacquero a  Prezzo, dove  oggi abitano,  i figli  Luciano e Rosanna e a Bersone Luciana e Bortolina.

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Nota 1 - Gli atti dell'unica seduta del processo (in un fascicolo scritto a mano), seduta che si tenne negli uffici della Questura di Como, atti che portarono al tragico epilogo della fucilazione del ventenne milanese Giancarlo Puecher sono dettagliati nel documento originale che si trova nell'Archivio di Stato di Milano, e possono essere consultati a questo indirizzo https://www.archiviodistatomilano.beniculturali.it/getFile.php?id=635. Sulla figura del giovane Puecher (Medaglia d'oro al valor militare) esiste anche un libro pubblicato nel 1965 da Arnoldo Mondadori, autore Gianfranco Bianchi: Giancarlo Puecher. A vent'anni per la libertà. Virginio Rognoni - che è stato ministro dell'Interno, di Grazia e Giustizia, della Difesa, e componente del Consiglio Superiore della Magistratura - scrisse alcune significative pagine su Puecher, qui Giancarlo Puecher rivive nella storia. Il padre di Giancarlo. il notaio Giorgio, venne deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, dove morì di stenti nell'aprile del 1945.

Nota 2 - Maria Luisa Betti di Montesano, in arte Isa Pola, nacque a Bologna nel 1909. Fin da giovanissima fu etichettata come «bella, fotogenica, formosa dal fascino intrigante e quasi perverso». Esordì con alcune particine con il film muto, ma fu anche la prima attrice italiana dell'era del sonoro: 1930, prima pellicola «La canzone dell'amore». La sua carriera passò di successo in successo, divenne davvero una «diva» di grandissima notorietà. Lungo l'elenco dei film che la ebbero come protagonista in ruoli diversi, nei quali non solo metteva in mostra la sua bellezza ma anche la sua versatilità interpretativa. Fu al fianco dei grandi attori italiani del tempo: Elio Steiner, Fosco Giachetti, Gino Cervi, Rossano Brazzi. Fu diretta da registi come Vittorio De Sica, Alessandro Blasetti, Mario Camerini. La sua vita sia personale che artistica incrociò un paio di volte l'atletica leggera. Come detto, fu moglie di Licinio Bugna, mentre nel 1947 fu diretta sul set da Goffredo Alessandrini nell'opera «Furia», con Rossano Brazzi e Gino Cervi. Alessandrini (che fu per molti anni marito di Anna Magnani) era stato un buon atleta in gioventù: con i colori dell'IC Bentegodi di Verona vinse il titolo italiano dei 110 metri ostacoli nel 1925 e, quello stesso anno, indossò la maglia azzurra nel primo incontro della Nazionale italiana di atletica: Cecoslovacchia - Italia, a Praga, il 30 maggio. Fu terzo sui 110 ostacoli e ancora terzo nel salto in alto (1.72). Ebbe una carriera breve in atletica attratto dalla nascente cinematografia: già nel 1929 era aiuto regista di Alessandro Blasetti. Lunga invece, lunghissima, la carriera artistica di Isa Pola: dopo gli anni dei trionfi cinematografici, si dedicò con successo al teatro, interpretando testi di autori immortali, da Goldoni a D'Annunzio, da Pirandello a George Bernard Shaw. In televisione la sua ultima apparizione nel 1970, in una commedia di Domenico Campana. Isa Pola si spense a Milano nel 1984.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 29 Dicembre 2021 15:46