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Omaggio alla «Cinque Mulini» e a Bruno Bonomelli che ne cantò l'epopea (2) Stampa
Sabato 29 Gennaio 2022 00:00

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Non serve eccessiva memoria - servirebbe almeno aver letto - per ricordare che ieri abbiamo dedicato la prima puntata dell'omaggio «a modo nostro» alla «Cinque Mulini». Si trattava della pubblicazione di una selezione di foto della corsa campestre ambientata a San Vittore Olona negli anni dal 1943 al 1950. In quel contesto abbiamo citato il nome di Bruno Bonomelli, storico, statistico, giornalista, e molto altro, che di questo cross oggi novantenne ha scritto per moltissimi anni su vai «fogli», in particolare il quotidiano «L'Unità». Dello scrittore bresciano un nostro socio conserva molti ritagli dei suoi articoli e li ha messi a disposizione per la pubblicazione. Qui sopra trovate (e potete pure leggere, click sull'articolo e avrà una dimensione adatta alla lettura) quattro articoli presi dal quotidiano comunista fondato da Antonio Gramsci. Alcuni di noi hanno sempre apprezzato il taglio dei suoi scritti, la sua verve, l'uso appropriato della lingua italiana, la varietà dell'aggettivazione, l'ironia, e perchè no? la tagliente polemica. Ci asteniamo dal fare confronti con la pochezza della scrittura dei giorni nostri, nonostante la affollata moltitudine di pretendenti al meno al Premio Pulitzer se non perfino il Nobel della letteratura (sia ridotta almeno a sportiva).

Piccola guida alla lettura, caso mai...Il «pezzo» titolato "Peppicelli ecc ecc" si riferisce alla edizione del 1957, che ebbe valore come Campionato italiano di cross. Il fondista nato a Città della Pieve, provincia di Perugia, fece gara da solo, ci racconta Bonomelli. Ma mise l'occhio anche sul giovane Gianfranco Baraldi, bergamasco di adozione essendo nato a Littoria, che noi conosciamo come Latina (il cambio fu ratificato il 9 aprile 1945), e di lui scrisse che il suo finale fu «travolgente».

 "Ancora una volta siamo tornati a S. Vittore Olona, nella capitale italiana delle corse campestri", scrisse il 2 marzo 1959, edizione tutta autarchico-nazionale. Piccola selezione di aggettivi: "il cocciuto vincitore Francesco Perrone" (purtroppo questo bravo fondista nato a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, è morto circa un anno fa di COVID-19, che come tutti sanno è una malattia che si è inventata mia sorella...), la sua "inesausta andatura". Sentite che disse di Giovanni Scavo:"il maestoso atleta", "si è assistito allo straordinario finale".

Il 27 marzo 1965 Bonomelli verga il pezzo di presentazione della «Cinque Mulini» per le pagine del giornale allora diretto da Mario Alicata. Tutti aspettano di vedere sui prati e fra i mulini dell'Olona lo statunitense campione olimpico dei diecimila metri  qualche mese prima a Tokyo. E con l'aggiunta della curiosità per questo corridore che ha nelle vene sangue indiano e che di cognome faceva Mills, in inglese mulini al plurale. Bonomelli ne predisse la vittoria. Facile profeta? Ci sta. Scrisse, (Mills) "non ha riposato un istante, si è allenato, ha corso in cross, ha corso in pista coperta. Questa ci sembra la più sonora smentita a coloro che in Italia si ostinano a ordinare ai loro atleti riposo per ricaricare le batterie".

Da ultimo, la celebrazione dell'arrivo di quelli che tutti, pedissequamente, definivano «le gazzelle degli altipiani», i corridori del Kenya e quelli dell'Etiopia che aveva fatto meraviglie ai Giochi Olimpici di Mexico l'anno prima. Il più corteggiato Kip Keino, di cui inseguivano avidamente i segreti della preparazione. E per anni, anzi per decenni, in Italia - e non solo - si è andati avanti con la favoletta che i keniani erano così forti perchè fin da bambini andavano a scuola correndo. Solenne minchiata. Nel 1968 la verità, non tanto misteriosa, era che ebbero dei bravi allenatori britannici. Una annotazione sul «niente di nuovo sotto il sole». Qualche mese fa, non sapendo di che altro parlare (secondo noi), è risaltata fuori la storia delle scarpette con i chiodi disposti in un certo modo per favorire la corsa, i risultati, e altre fantasticherie. Novità? Macchè. Déjà vu nel 1968. Sentite Bonomelli:"...Kipchoge Keino che corre con scarpette fitte di chiodi a pettine...Mamo Woldeche correva con scarpette lisce...".

Ultimo aggiornamento Domenica 30 Gennaio 2022 20:34