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28 giugno 1926, il primo vagito del più elegante marciatore di ogni tempo Print

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Abbiamo anticipato qualche giorno fa, con la pubblicazione della pagina del quotidiano piacentino «Libertà», l'esito della nostra iniziativa di ricordare Pino Dordoni al cimitero di Piacenza nel giorno della sua nascita. Ci fa piacere sottolineare la partecipazione dei soci, in particolare quelli di Brescia. Dei piacentini presente solo Sergio Morandi, gli altri ampiamente giustificati da impegni di lavoro. Sergio è stato fin da subito - quando un anno fa l'iniziativa di ricordare Dordoni a settanta anni dalla vittoria olimpica fu proposta - solido promotore nella città emiliana. Altri hanno affrontato trasferte non proprio agevoli, data la situazione meteoreologica: il Maestro dello Sport Gianfranco Carabelli, i giornalisti Fabio Monti e Guido Alessandrini; un messaggio di adesione ci è pervenuto anche da Gianni Romeo. Telefonata anche da Maurizio Damilano, convalescente a seguito di un fastidioso problema fisico. Franco Bragagna per la RAI ha dato risalto al significativo momento con riprese e la messa in onda di alcuni servizi sui canali nazionali.

Il filo conduttore è stato tenuto, con garbo ed eleganza, dal socio Enzo Gallotta. Queste le sue parole:

"Celebrazioni come questa rientrano negli scopi primari di questa associazione di storici dello sport che si occupano dell’atletica italiana: non dimenticare il passato di questo nobile sport. Rimarchiamo con piacere che accanto ai soci dell’ASAI si sono schierati alcuni amici di Piacenza, e la famiglia Dordoni, la moglie Graziella e la figlia Isabella. Questo di oggi vuole essere un composto omaggio a Pino nel giorno della sua nascita: oggi avrebbe 96 anni. Presenti persone, al di fuori della cerchia familiare, che lo hanno conosciuto, stimato, frequentato, ascoltato, E che gli hanno voluto bene non perché era campione olimpico ma come persona di straordinaria rettitudine e dignità.

"Oggi è un giorno di ricordo e non una passarella, non siamo allo stadio, dobbiamo raccoglierci e pensare alla persona che giace qui nel famedio di questa bella città di Piacenza. E che l’ha davvero onorata per tutta la vita: da atleta, poi da dirigente, da tecnico, da marito e padre, in una sola parola: da uomo. Sempre con la schiena diritta, aggrappato a valori che taluni ritengono superati, ma che invece sono sempre vivi, e vanno tenuti vivi. Il momento della stagione non è certamente il migliore, ma Pino nacque il 28 giugno, ed era nostro obbligo ricordarlo oggi. Chi ha voluto raccogliere il nostro sommesso invito è qui, e desideriamo ringraziare queste persone che hanno affrontato il disagio del caldo, di viaggi anche impegnativi. Ci spiace dover rimarcare la completa assenza di esponenti del mondo della marcia italiana, di ieri e di oggi.

"Un ringraziamento non formale va alla RAI che ha voluto essere presente, con i suoi tecnici e con Franco Bragagna, cui va la nostra stima per tutto quello che ha dato, sta dando e darà al nostro sport. Grazie al quotidiano locale “Libertà” che in questi mesi è sempre stato vicino agli organizzatori nelle precedenti iniziative di questo 70esimo anniversario. E con il quotidiano cittadino, che si avvicina al suo 140 anniversario di vita, grazie agli altri organi di stampa, piacentini e non, che ci hanno aiutato".

Alcune ragazze della società Atletica Piacenza hanno fatto da cornice, reggendo la bandiera con i cerchi olimpici, depositando la corona di alloro predisposta dall'A.S.A.I. e, a sorpresa, portando la fiaccola olimpica originale di Roma '60, che fu l'ultima delle quattro Olimpiadi cui prese parte Pino Dordoni. La torcia è stata messa a disposizione per questa occasione da un socio dell'Archivio Storico.

Cliccando qui potete vedere l'album completo delle fotografie scattate dal nostro socio Elio Forti.