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1962, l'anno memorabile di Antonio Brandoli: primato nazionale e oro militare (1) Stampa

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Ebbi occasione di incontrare Antonio Brandoli ad Agazzano, località sulle belle colline della Valluretta, siamo in provincia di Piacenza. Era fine ottobre 2014. Un gruppo di persone si era inventato un mini convegno per parlare del salto in alto con lo stile ventrale, quel bellissimo gesto atletico mandato frettolosamente in soffitta a partire dal 1968, con l'irrompere sulla scena di un tale che scavalcava l'asticella all'indietro. "Prima guardavano in faccia l'asticciola, adesso la guardano col culo" come mi disse una volta un sagace amico. La scelta di quella località fu dovuta alla decisione della famiglia di Felice Baldini, di ricordarlo in occasione del cinquantesimo anniversario del suo salto a due metri (luglio 1964, Bologna, Antistadio). Felice Baldini fu atleta di eclettico talento, che, forse, con maggior disciplina avrebbe potuto anche far meglio. Poi la vita non gli sorrise molto a lungo: mancò nel pieno della maturità, a 45 anni. Il convegno: salirono ad Agazzano Giacomo Crosa, elegante sulla pedana del salto in alto come davanti ad una telecamera o ad un microfono; Giuseppe Gentile, che fu principe in un salto non in elevazione ma in estensione. Fu proiettato un bellissimo filmato, che includeva anche immagini sconosciute dei saltatori russi e del grande Valery Brumel; si compilò perfino un interessante opuscolo con testi e statistiche. Nel corso delle piacevoli due ore e passa, ci fu anche un gustosissimo siparietto: qualcuno chiamò al telefono il professor Carlo Vittori, che di Crosa era stato allenatore. Furono dieci minuti di atletica vera, con punte mordaci nel puro stile oratorio di «u' professore». C'era parecchia gente in quella sala: allenatori, maestri di sport, curiosi e appassionati, ex atleti. E fra questi Antonio Brandoli, da Modena, che nei primi anni '60 era stato avversario di Felice Baldini sulle pedane dell' Emilia, quell'Emilia «allungata fra l'olmo e il vigneto" , come ha cantato Francesco Guccini. Mi avvicinò Antonio, che io avevo visto saltare, io giovinetto si scarso talento atletico, e glielo dissi, sorrise sotto i folti baffi. "Di' mo' sù ragazzo..." e mi snocciolò la sua richiesta: ricostruire tutta la sua carriera, i suoi salti, uno per uno. Risposi che ci avrei provato; iniziai, ma la ricerca rimase solo un buon proposito. Inaffidabile, io, come sempre.

Adesso Antonio se ne è andato, a saltare sulle nuvole con quell'antico stile Western Roll, che lui adottava mentre altri già saltavano con il Ventrale, su tutti quel giovanotto ancora minorenne, di Arenzano, Walter Zamparelli. Brandoli, a metà degli anni '50 era stato portato all'atletica da una delle più belle persone che ho conosciuto in atletica, il prof. Fernando Ponzoni. Ho mancato l'impegno preso ad Agazzano con Antonio circa i risultati della sua carriera, cerco di rimediare oggi ricostruendo la sua miglior stagione, il 1962, quando vinse i Campionati mondiali militari e superò due volte la misura di 2 metri e quattro centimetri, eguagliando il primato italiano di Zamparelli. Quell'anno Brandoli indossò la maglia cremisi delle Fiamme d'Oro di Padova, ma a fine stagione tornò nella sua Módna e alla sua A.S. La Fratellanza, arzilla vecchietta che si avviava verso il secolo di vita (1874).

Spero nella tua benevola comprensione, Antonio.

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L'abbrivio di quella stagione fu dominato dal ligure Zamparelli, affiancato in una occasione dal toscano Roberto Galli, entrambi residenti alla Scuola nazionale di Formia, dove affinavano le loro qualità. Il 7 aprile era un sabato; sulla pista dell'Acqua Acetosa, a Roma, si aprì la nuova stagione con una riunione regionale. Andò in archivio il 2.02 di un altro ligure, Gian Mario Roveraro, Walter e Roberto superano 2.03. Roveraro inviò un telegramma alla Federazione:" Prego porgere nuovi primatisti...i miei rallegramenti e auguri". Zamparelli aveva debuttato il 1° aprile a Latina con un rotondo due metri. Fra questa data e il 23 dello stesso mese supererà cinque volte misure superiori a due metri: oltre Latina e Roma, altro «due» a Genova (il 15), quindi nuovo primato nazionale con 2.04 allo Stadio Olimpico di Roma (meeting Giovanni Scavo, come avanspettacolo alla partita di calcio Roma-Bulgaria, 2 a 1, nei giallorossi c'erano De Sisti, l'argentino Pedro Manfredini detto «Piedone», l'altro argentino Antonio Angelillo, uno degli «angeli dalla faccia sporca»), e ancora due metri a Genova il 23. Sulla pedana dell'Arena di Milano, in scena la Pasqua dell'atleta, Zamparelli e Brandoli si trovarono, tutti e due salirono fino a 1.97, il modenese mancò di un soffio i due metri, dicono le cronache, vinse il ligure.

(segue)