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1962, l'anno memorabile di Antonio Brandoli: primato nazionale e oro militare (2) Stampa

Riannodiamo il filo. Avevamo lasciato Antonio Brandoli sulla pedana della Civica Arena milanese il 29 aprile. «Brandolino» come lo chiamavano affettuosamente per la sua ridotta statura, o anche «Brando» con evidente accostamento holliwoodiano, aveva debuttato da neo-celerino a Padova il 7 aprile con un normale 1.90, ripetuto, stessa localizzazione, il 20. Poi andò a respirare aria di casa a Carpi, il 25, per il Trofeo Industria dell'Abbigliamento: primo con 1.95, stessa misura di Raimondo Tauro, nativo di Rovigno d'Istria, il più dotato fisicamente dei nostri saltatori (aveva già un miglior salto a 2 metri, 1960). In quella occasione carpigiana, mette conto segnalare il sesto posto del piacentino-agazzanese Felice Baldini (1.80), di cui ho detto nella precedente puntata.

Mese di maggio. Zamparelli insiste con regolarità in zona due metri: a Roma il 1° (sfiorò di un soffio alla prima prova i 2.05, scrisse il bollettino fidalfederale) e poi ancora il 12; quindi 2.01 a Latina il 27. Brandoli rispose dal Nord, Verona, 13 maggio, Trofeo De Gasperi: primo con 1.95. Poi, il 27, a Novara, arrivò il primo due metri (aveva il suo migliore in 1.98 di due anni prima): "quei due metri che sembravano meta stregata", sempre dalla penna di ignoto commentatore domiciliato in Viale Tiziano 70. Codicillo: quel giorno Tito Morale (accasato alla Libertas Magrini Bergamo dopo qualche intoppo burocratico) corse e vinse un 800 metri in 1'52"4. Era alla quarta gara di un stagione anche per lui indimenticabile (campione d'Europa e primato del mondo): in aprile, due volate sui 200 metri con ostacoli (gran bella gara mandata in soffitta dio sa perchè), 24"3 a Carpi, 23"6 a Milano; un quattroacca il 19 maggio a Milano in 53"5, passeggiatina a beneficio della nuova società nel Campionato di club. Spicca la firma di Fiammetta Scimonelli - futura responsabile dell' Ufficio Stampa del Comitato Olimpico - sul numero 11  del bollettino «Atletica», per un inno alla Scuola di Formia dove sono stati chiamati giovani promettenti. «L'aria di Formia fa bene agli atleti» il titolo, e spazio ai due saltatori in alto Zamparelli e Galli, che crescono sotto lo sguardo del prof. Peppino Russo, ex ostacolista, paragonabile ad un AK 47 (mitra dell'ingegner Kalashnikov, per chi non lo sapesse), le sue pallottole erano le parole, a ripetizione.

Mese di giugno. Dopo i fuocherelli d'artificio di aprile e maggio, si direbbe che i propulsori dei due persero un po' di potenza. Specie quelli del ligure: vinse a Torino con 1.94, stessa misura di Brandoli a Padova. Arezzo, 10 giugno, Criterium nazionale studentesco, alla presenza del presidente del Consiglio, Amintore Fanfani, uno dei mammasantissima della Democrazia Cristiana. Un altro giovane, un altro ligure (Maurina Imperia), Alberto Pico superò i due metri e si lasciò dietro Galli (1.97). In quella gara, quarto, il pescarese Nicola Candeloro, con la stessa misura (1.85) di Felice Baldini: due futuri Maestri dello Sport. Lasciatemi il piacere di fermarmi su quella finale studentesca. Cento metri: li vinse il piacentino Giulio Badovini, con applicazione diversa sarebbe stato un grande quattrocentista e, perchè no? ottocentista, la taglia ce l'aveva. Nella finale dei secondi, sguscia fuori (secondo) il nome di Ennio Preatoni, diciotto anni, da Garbagnate: il seguito ve lo cercate voi?. Sui 1000 metri, secondo Renzo Finelli, altro prodotto della Fratellanza Modena; sesto Gianfranco Carabelli, milanese, che scaldava i muscoli alla Scuola di Formia, con molto profitto. Cosa ci offrono gli 80 metri con ostacoli? Il secondo posto di un tale di nome Eddy Ottoz, servono delucidazioni? A fine stagione era già sotto i 15" sulle barriere alte. Asta: secondo dietro l'anconetano Gilberto Galeazzi, un ragazzo di Monfalcone, Sergio Rossetti, futuro primatista nazionale della specialità e poi valido decatleta. Sfido chiunque a sapere chi fu il padre, mentre il 97 per cento degli italiani sa tutto del figlio: amori, miliardi guadagnati in carriera, cambi di squadra, titoli vinti. Di nome fa Gigi, portiere, non di notte, ma di calcio. Io parlo di Buffon padre, Adriano, un bel pezzo di giovanotto che abitava in una frazione sulla strada Latisana - Lignano Sabbiadoro (ero andato a trovarlo, villeggiando da quelle parti, 1963, me par). Tirava il peso e il disco, era di gran lunga il più bravo di tutti, un idolo per me, stesso anno di nascita.

Intanto, in una fase di recupero del C.d.S., a Siena, Galli rifece un due metri. Brandoli venne gratificato con una trasferta all'estero, Lione il 16 giugno. Riporto tal qual la cronachetta del tempo:"Brandoli ha iniziato la gara a 1.90, quando tutti gli altri concorrenti erano stati eliminati. Ha saltato molto bene 1.90 e 1.96; poi ha tentato il suo primato personale a 2.01, ma tradito dal nervosismo della lunga attesa, ha fallito la prova. La sua gara ha tuttavia destato una grande impressione...". Il 23 e 24, all'Olimpico romano, per la dodicesima volta l'Italia affronta la Germania, mai vinto un incontro. Punteggio finale stavolta 118 a 90, una sberla di 28 punti, ma il commentino finale del cantore di turno che deve trovare il modo di dire che «tuto va ben, Madama la Marchesa» è il seguente:"...ma gli azzurri si erano battuti bene. E questo è quello che conta". Come se un chirurgo dicesse «l'operazione è andata bene, ma il paziente è morto». Salto in alto: chi scrisse usò questo aggettivo «sfuocati Zamparelli e Galli». Hopf (sarà ultimo ai Campionati d'Europa) e Riesensahn stanno su un altro pianeta (2.03 e 2.00) i nostri guardano in su per vederli (1.95). Brandoli vuol dimostrare che lui meritava la maglia azzurra: il 29, a Conegliano Veneto, aggiunse un centimetro al primato personale, 2.01. E non finì lì.

(segue)