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Mondiali Militari 1951: primo 4.20 italiano nell'asta del finanziere Giulio Chiesa (2) Stampa
Mercoledì 28 Settembre 2022 00:00

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Dicembre 1950, lo si deduce dai pesanti cappotti: quattro a spasso sulla costruenda pista dello Stadio Olimpico di Roma, ma non sono atleti di una staffetta. Da sinistra, Giulio Onesti presidente del C.O.N.I.; l'on. Giulio Andreotti, allora giovane sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, era entrato in Parlamento con le elezioni del 1948, l'on. Ludovico Camangi, sottosegretario al ministero dei Lavori Pubblici (nato a Sora, mazziniano, esponente del Partito Repubblicano, ingegnere, partecipò alla bonifica delle paludi pontine), e infine Bruno Zauli, segretario generale del C.O.N.I. e presidente della F.I.D.A.L.

In un primo tempo la manifestazione era stata messa in calendario per il 13-14-15 ottobre, sempre a Roma. Nell’elenco pubblicato sulle pagine centrali del numero 4, 25 febbraio 1951, questa era la data annunciata per i «Campionati Militari Europei», così definiti. Anche i Campionati nazionali assoluti furono previsti nel calendario federale a Roma dal 28 al 30 settembre, ma una nota in calce diceva: “Qualora lo Stadio Olimpionico di Roma non fosse accessibile i Campionati d’Italia assoluti si svolgeranno a MILANO». Lasciamo perdere questa brutta dizione «olimpionico», ma non lo hanno capito neppure ai giorni nostri. Nella foto che qui pubblichiamo, apparsa sulla prima pagina del numero 2, qualcuno scrisse «…Stadio Olimpionico al Foro Italico…che dovrebbe essere inaugurato alla fine di settembre con la disputa dei Campionati Assoluti…». Appunto, «dovrebbe». Si dovranno attendere due anni per vederlo finito e inaugurato: 17 maggio 1953. Più tempo per la costruzione, più tempo per i VIP, «Very Important Papaveri», di fare passeggiate propagandistiche e fotografate a beneficio dei giornali, e di sé stessi.

Nelle more della lunga costruzione, l’atletica di qualsiasi livello dimorava allo Stadio delle Terme a Caracalla, ubicazione storica fin dal 1939. E lì si confrontarono gli atleti etichettati come militari per i loro campionati internazionali. Prima di passare in rassegna i fatti agonistici, ci soffermiamo su un risvolto curioso, ed anche un po’ ridicolo. Abbiamo sotto gli occhi un ritaglio della «Gazzetta dello Sport» datato 22 settembre, nel quale leggiamo:” L’insufficienza dell’organizzazione dei campionati internazionali militari, che già si era rivelata nei giorni precedenti, è stata confermata in pieno oggi dalla prima giornata di gare che è terminata a notte ormai inoltrata con gli spettatori che, più che visto, debbono aver intuito la staffetta 4x400 che chiudeva il primo programma. Come si vede, anche i giudici della F.I.D.A.L. si son fatti prendere la mano dal gruppo militare che organizzava, cosicché le gare che tecnicamente avrebbero potuto interessare moltissimo hanno finito per annoiare a causa del ritmo esasperante con il quale si sono svolte. Ed a conclusione basti dire che per gli atleti erano stati acquistati dei numeri di gara adattabili forse soltanto a degli…aerei, stante la loro smisurata grandezza; fortunatamente si è rimediato a questo inconveniente acquistando all’ultimo momento un’altra serie di numeri”. Un po’ più sfumato il commento del giorno 23 sul «Corriere dello Sport»:” Il successo tecnico della manifestazione ha purtroppo contrastato con alcune deficienze organizzative dovute probabilmente alla scarsa esperienza ed alla impreparazione delle autorità militari addette alla organizzazione dell’importante avvenimento”.

Lo scrivano fidalino vide un altro film, ed infatti scrisse in poche righe degne di uno scolaretto da terza o massimo quarta elementare:” …si sono svolti i Campionati Internazionali Militari organizzati in modo impeccabile dall’Aeronautica Italiana. È stata una delle più belle manifestazioni di atletica svoltesi a Roma in questi ultimi anni”.  Guai a contrariare lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, quei cattivoni dei giornali vanno zittiti! Quindi prostrazione totale. Un vezzo mai scomparso.

Le Nazioni presenti furono sempre otto: non si presentò la Svezia, in compenso vennero gli Stati Uniti, che vinsero anche una gara con tale Blackmoon (luna nera per noi) o Blackman (l'uomo nero). In realtà si chiamava Roland Blackmon, come abbiamo desunto dal Rapporto Ufficiale dei Giochi Olimpici di Helsinki 1952, non che questi Rapporti siano il Vangelo, come abbiamo imparato. L'americano vinse i 400 metri ad ostacoli (53”8, nelle nostre liste di fine anno sarebbe stato secondo a pari tempo con Ottavio Missoni che pensava di più al suo business tessile che all’atletica). Noticina su Blackmon. Nato a New Orleans nel 1928, è deceduto nel 2017; era un militare della US Army Signal Corps (erano gli addetti alle comunicazioni) di stanza a Nuremberg, in Baviera. Fu davvero il prodotto dello sport militare: prima di arruolarsi non aveva mai praticato atletica. Non ci crederete: faceva il pugile! Nel 1952 riuscì a qualificarsi (terzo nei Trials) per i Giochi Olimpici a Helsinki: terzo nella terza batteria (54.8), secondo nel secondo turno (52.7), stesso tempo nella prima semifinale, ma solo quinto. Armando Filiput con 53"0 nell'altra semifinale entrò nella finale olimpica. Il miglior tempo di Blackmon quell'anno fu 51.7, quarto nelle liste mondiali.

Dei risultati degli atleti italiani ci occuperemo la prossima volta.

(segue)

Ultimo aggiornamento Lunedì 28 Novembre 2022 16:30