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Dear Mr. Bonomelli, I have very much pleasure...Yours sincerely, H.M. Abrahams Print
Saturday, 14 January 2023 00:00

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Potremmo definire il documento che pubblichiamo oggi con un termine un po’ roborante: «eccezionale». Ma non lo facciamo per quel tanto di moderazione che pensiamo sia sempre indice di buon gusto. Sicuramente è un documento unico, originale, conservato nel ricco «Lascito Rosetta e Bruno Bonomelli», che riunisce tutto il materiale raccolto dallo storico bresciano che, primo nel nostro mondo sportivo, raccolse e conservò una imponente mole di libri, riviste, ritagli, fotocopie, fotografie, e, in più, un abbondantissimo carteggio con storici e statistici, giornalisti e dirigenti, di molti Paesi, con i quali fu continuamente in contatto per trattare argomenti inerenti il nostro sport. E a quei tempi, anni ’50 e ’60, non c’era la posta elettronica ma la posta…a lento incedere, lettere che potevano impiegare settimane, forse mesi, a giungere a destinazione. E i documenti come quello che ci pregiamo oggi di portare alla vostra attenzione è una testimonianza del tempo.

Trattasi di una lettera da Londra e diretta a Bruno Bonomelli, missiva datata 24 giugno 1955. Era stata preparata dagli uffici della World Sports, editore londinese di pubblicazioni di atletica e, fra queste, l’International Athletics Annual, il compendio compilatorio prodotto in nome della A.T.F.S., l’organizzazione che, dall’agosto 1950, riuniva coloro che, nel mondo, si occupavano di storia e statistica dell’atletica leggera. L’editore World Sports teneva la sua stamperia in Fleet Street, la strada dei giornali, degli editori, delle tipografie, fin dal 1500. In quella strada nacque, nel 1702, il primo quotidiano di Londra (nota del redattore: quante cose sa Wikipedia e fa fare a tutti coloro che usano questo strumento la figura dei sapienti, anche ai somari come noi…). I compilatori principali dell’annuario erano Roberto L. Quercetani, che della A.T.F.S. era il presidente, e Fulvio Regli, un italiano nato a Genova e poi divenuto cittadino elvetico, due persone straordinarie per tratto umano e per cultura.

Firmò la lettera Harold M. Abrahams (M. sta per Maurice) che era presidente onorario della associazione degli statistici mondiali. Ma che a chi minimamente sa di storia dell’atletica è ben più noto come campione olimpico dei 100 metri ai Giochi di Parigi-Stadio di Colombes del 1924. E alla cui fama, fra coloro che nulla sanno di atletica, contribuì un film che vinse quattro Oscar: Chariots of fire, nella versione italiana Momenti di gloria. Trascuriamo al momento la sala cinematografica e stiamo sugli statistici. La loro associazione fu fondata a Bruxelles, il 26 agosto 1950, in una sala del Café de la Madeleine. Si stavano disputando i quarti Campionati d’Europa, il giorno prima Pino Dordoni aveva vinto i 50 chilometri di marcia. In quel caffè in rue de la Montagne si incontrarono nove persone: il belga André Greuze, lo svizzero Fulvio Regli (che fu il primo ideatore di un gruppo di studiosi di atletica), il francese André Senay, il finlandese Björn-Johan Weckman, l’austriaco Erich Kamper, il britannico Norris McWhirter, il tedesco Ekkegard zur Megede, gli italiani Roberto L. Quercetani e Bruno Bonomelli. Non furono fisicamente presenti, ma furono inclusi nel novero dei fondatori, il professore universitario di matematica americano Don Potts e un altro tedesco Wolfgang Wünsche. Alla presidenza onoraria fu chiamato Harold Abrahams per l’indiscusso prestigio che si era guadagnato con la sua opera di dirigente, giornalista, storico, autore di libri, annunciatore, mecenate.

La lettera a Bruno Bonomelli è la prova dell’interesse che il famoso sprinter britannico portava nella associazione degli statistici, al punto di occuparsi perfino del buon esito delle vendite dell’Annuario in giro per il mondo, come attesta lo scritto che oggi qui riproduciamo. Insieme a una fotografia originale dell’arrivo dei 100 metri ai Giochi Olimpici di Parigi 1924. Magari voi rivedetevi Momenti di gloria, e siate indulgenti per le troppe licenze (errate) che si prese il regista londinese Hugh Hudson. Noi siamo convinti che il film abbia portato più notorietà all’atletica di tanti pallosi libri che ripetono da decenni le solite storielle, più o meno ben scritte.

Abbiamo scelto la data di oggi non a caso per proporvi questi documenti. Quarantacinque anni fa, il 14 gennaio 1978, concludeva la sua esistenza Harold M. Abrahams, che, come la voce narrante sottolinea nel film, fece parte di quel gruppo di giovani che corse "con la speranza nel cuore e le ali ai piedi".

Last Updated on Saturday, 14 January 2023 22:25