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Quando gli atleti guardavano l'asticella dall'alto in basso: ricordi dello stile chiamato "ventrale" Print

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Cinquanta anni fa...le persone anziane sono portate al commento: sembra ieri....Cinquanta anni, mezzo secolo, cinque decenni, girate i numeri come volete, ma sempre 50 restano. E, perbacco, son tanti. Mi chiede il mio vicino di banco: cinquantanni fa, il 1964 dunque? Sì, proprio quell'anno, era il 1964, esattamente l'11 luglio. Quel poco che andiamo a raccontarvi ha come teatro lo Stadio Comunale di Bologna, quello che fra il 1927 e il 1945 assume denominazione in linea con i tempi: Stadio Littoriale. Oggi Renato Dall'Ara. Cosa successe quell'11 luglio? Non aspettatevi primati roboanti, imprese eroiche, vittorie eclatanti. Una cosa molto più semplice: un giovanotto ventunenne saltò due metri in alto. Beh, nel 1964, non era certo il primo, sminuisce subito il mio vicino di banco. Verissimo...però...

Ecco, ci sono dei "però" che adesso vi raccontiamo brevemente. Tutto ruota attorno alla famiglia Baldini. L'ulimo ramo del frondoso ceppo è Giovanni, figlio di Felice e Mariuccia, nipote di Claudio Enrico, uno dei soci fondatori di questa nostra A.S.A.I. che nel cuor ci sta. Giovanni non poteva non essere socio. Ordunque, tempo fa Giovanni contatta un altro socio e gli snocciola una ideuzza che gli frulla nella testa da un bel po' di tempo. "Cinquanta anni fa, mio padre saltò due metri che allora era un bel "muro" in Italia. E lo saltò con il «ventrale». Io voglio fare qualcosa per ricordare mio padre e quel meraviglioso gesto atletico".  Ci sta, ci stanno, lavorando: non si tratterà certo di convegno tecnico, oggi nessuno salta più con il "ventrale", purtroppo. Una occasione di ricordo, di tanti ricordi: di quello stile, aereo, bellissimo, dei suoi interpreti, in Italia e nel mondo, sarà l'emozione di ricordare Felice Baldini, troppo presto ghermito dall'ombra che non diventa mai luce. Chi vorrà starci, sarà il benvenuto, tutti, atleti, tecnici, di ieri e di oggi, giornalisti, appassionati. Avanti c'è posto. Quando? Nella seconda quindicina di ottobre. Dove? Nella terra dei Baldini: la bella Agazzano dei Colli Piacentini, pane, salame e vino rosso assicurati. Giovanni e sua moglie Gabriella ci faranno avere le coordinate precise fra non molto. E noi ci siamo impegnati a riferirne in questo spazio.

Torniamo a quel 1964. Felice Baldini quell'11 luglio si aggiunge alla lista dei "duemetristi", a quell'epoca un club abbastanza esclusivo. Club che era stato aperto qualche anno prima da un ligure, Gianmario Roveraro, che qualche anno fa ha concluso la sua vita in maniera spaventosa, barbara, fatto a pezzi da una banda di delinquenti, lui che era diventato un esponente dell'alta finanza internazionale. Dopo l'atleta di Albenga, vennero Zamparelli, altro ligure, Galli, Brandoli, il piccolo modenese Brandoli, che tutto chiamavano "Brandolino", il torinese Bogliatto, e dopo di loro....ne riparlermo ad ottobre. Intanto leggetevi la guaduatoria di quell'anno 1964: 2.08 Bogliatto, 2.06 Galli e Zamparelli, 2.03 Pico, 2.02 Tauro, 2.00 Drovandi, Candeloro e Baldini, 1.98. Spencer, Porta e Montagnini.

E della foto che ci dite? Siamo ad Agazzano, un prato, due ritti, una asticella, e quattro palate di dura sabbia su cui cadere. Sopra l'asticella Felice, sullo sfondo Claudio Enrico. Sempre fieri Baldini erano.