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Dopo Bruno Zauli anche il marchese Luigi Ridolfi deve soccombere alla dittatura del quattrino Stampa

Ci scrive un socio da Firenze, dove si trova in questi giorni per motivi di lavoro.

Un anno fa, di questi stessi tempi, inviai alcune righe al sito della A.S.A.I. per segnalare un curioso - e mortificante - episodio; richiesto al tassista di essere accompagnato allo stadio dell'atletica quel brav'uomo guardò nel retrovisore e mostrò tutta la sua meraviglia: o la mi dica, dove sta questo stadio? Interrogato se conosceva lo Stadio Ridolfi, stessa mimica. Alla fine, a seguito delle mie indicazioni, arrivai dove dovevo andare, seppure con un senso di fastidio.

Quest'anno il colpo di grazia, la categoria dei tassisti non c'entra stavolta. Parlando con conoscenti, ho usato la dizione "Stadio Ridolfi". Eh, no, il marchese Ridolfi è morto e sepolto. Lo sappiamo tutti...No, non hai capito, mi dice il mio interlocutore fiorentino: è morto lo Stadio Ridolfi. Pensando a qualche situazione particolare, a qualche bega locale, non mancano mai negli ambienti dell'atletica, abbozzai una imbarazzata richiesta di spiegazione. "Non esiste più quello che fino a mercoledì scorso abbiamo chiamato Stadio Ridolfi". Come sempre: segui la traccia dei quattrini e arrivi alla risposta. È stato rifatto il manto della pista, c'è la "gabbia" nuova del martello, sono state apportate migliorie un po' ovunque, ma poi bisogna pagare i conti: un totale che si aggira, ci dicono, sui 500 mila Euro. E chi ce li mette? Anzi, chi ce li ha messi? Regione Toscana e le società fiorentine di atletica che fanno pool. A fianco un nome importante dell'abbigliamento e della calzatura sportiva: la ASICS, che per tanti anni in Italia e in Europa ha voluto dire Franco Arese, oggi impegnato a rilanciare un marchio storico finlandese, Karhu, le scarpe dei mitici mezzofondisti del Nord.

Non chiedetemi cifre, che non conosco, quello che ho appreso è che da pochissimi giorni lo stadio fiorentino di atletica con la sua bella pista nuova si chiama ASICS Firenze Marathon Stadium. Non possiamo che rallegrarci per quelle belle corsie rinnovate, che saranno usate da tanti giovani, speriamo. E non possiamo che riconoscere lo sforzo non da poco del mondo atletico, oltre a quello amministrativo. Ma il povero marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, dei marchesi di Montescudaio, in Val di Cecina? Morto e sepolto, appunto. E chissenefrega se ha creato la Fiorentina Calcio, se ha fatto edificare con i suoi quattrini lo Stadio Berta (lui mise i suoi soldi ma non lo chiamò Ridolfi...), poi Comunale, se ha inventato il Maggio Musicale Fiorentino, se se se......facciamo prima: leggetevi "Il Fiorentino, vita e opere del marchese Luigi Ridolfi" scritto da Andrea Claudio Galluzzo nel 1999. O anche tante cose scritte nei libri A.S.A.I. sulla storia dei Campionati italiani di atletica. Ma non si poteva lasciare "Stadio Ridolfi"? Un gesto elegante sarebbe stato, apprezzato sicuramente, poi all'interno potevano riempire di pubblicità, come del resto hanno già fatto.

La stessa fine aveva fatto anni prima un altro uomo che aveva lasciato orme profonde nella storia dello sport italiano: Bruno Zauli, dalla cui visione europea uscì la Coppa Europa di atletica, chiamata, per rispetto, Coppa Europa Bruno Zauli. Poveretto, sostituito nel titolo dalla sigla di un supermercato. Adesso il marchese Ridolfi preso a pedate....da un marchio di scarpe!

A noi della A.S.A.I. resta il malinconico compito di rimuovere, di tanto in tanto, questo strato di polvere appiccicosa che stanno stendendo sulla nostra storia. Ma, ripeto, chissenefrega di storia, rispetto, omaggi alla memoria? Conta el dinè, le cuccalle, come le chiamano a Piacenza. E senza quelle gli stadi non si rinnovano.