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I campioni raccontano la loro Olimpiade: Maurizio Damilano, quattro Giochi, tre medaglie, un sogno Print

Sognando Olympia

Maurizio Damilano Moscow

Secondo appuntamento con "I campioni raccontano la loro Olimpiade/Olimpiadi". Tocca stavolta a Maurizio Damilano, che per questo sito aveva già scritto in occasione dei Campionati del mondo 2013. Campione olimpico 1980, quattro edizioni dei Giochi, tre medaglie, una quarta mancata per colpa....del colon. Ci racconta tutto lui stesso, con la forma piana, discorsiva, che lo caratterizza sempre. Un "hombre vertical", commenterebbe Gianni Brera. Un brevissimmo p.s.: chi avesse curiosità può entrare su questo indirizzo per vedere un bel cimelio della carriera del grande marciatore: https://www.collezioneottaviocastellini.com/ultime-acquisizioni.

Nella mia carriera sportiva ho avuto l’onore e la fortuna di poter prendere parte a quattro edizioni dei Giochi Olimpici. Dal 1980, dove vinsi l’oro, al 1992 dove terminai quarto; passando per i Giochi del 1984 e 1988 dove vinsi, in entrambe le edizioni, la medaglia di bronzo.

I Giochi Olimpici sono l’obiettivo più importante che un atleta si pone. Lo sono non solo nel guardare alla conquista di una medaglia, ma più semplicemente per esserci. Credo tutto ciò faccia dei Giochi Olimpici la suggestione più grande per tutti: dai campioni sino alla massaia che in quei giorni è magicamente coinvolta dal clima olimpico.

Personalmente le mie quattro Olimpiadi hanno avuto storie differenti ma mai un differente approccio emotivo.

Ricordo il clima “freddo” di Mosca che ci presentava una Città svuotata di tutto ciò che poteva nuocere alla propaganda politica. Una Città però coinvolta sportivamente in modo molto forte. Si capiva che i Giochi erano innanzitutto un evento del Paese.

Los Angeles ha avuto un cuore decisamente più commerciale. È anche stata l’Olimpiade che ho vissuto meno dall’interno. Si era scelto di stare fuori del Villaggio Olimpico – e devo dire in modo azzeccato perché le condizioni furono ottime –, in casette affittate, che noi marciatori dividevamo con gli atleti del settore lanci. Entrambe sono state le Olimpiadi del boicottaggio: prima quello occidentale e poi quello orientale.

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