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Gianni Poli torna domenica a Navazzo ospite d'onore dopo trenta anni dalla memorabile gara del 1986 Stampa

Sognando Olympia

Poli 1986

Era un giovanotto da cui ci si aspettava tanto. Chi lo ha visto correre nei suoi momenti migliori non ha dubbi: un cavallo di razza, un atleta eccezionale, un maratoneta da primato del mondo. Quando apriva il "compasso" quella falcata era un'opera d'arte, era eleganza pura. Pier Giovanni Poli, in arte Gianni, da Lumezzane, forgiato in Val Trompia, affinato a Brescia sotto le cure di Gabriele Rosa, che in Google ha preso il posto del suo antenato Gabriele Rosa, patriota e scrittore, aderente alla Giovane Italia mazziniana, internato nella triste Fortezza dello Spielberg. Il medico-allenatore supera il patriota-scrittore finito in nona posizione.

Lezione di storia? Macchè, solo riferimenti vari che attraverso l'atletica permettono di aumentare un poco la cultura generale (insegnamento del maestro di Rovato Bruno Bonomelli). Quel Bonomelli che del giovanotto di Lumezzane fu un sostenitore senza riserve fin dai primi passi.

Oggi Gianni è un organizzatore di successo, firma con il suo logo una corsa bellissima, la Cortina - Dobbiaco, e parecchie altre. È uno di quei campioni che è circondato sempre dall'affetto e dal rispetto di tutti quelli che amano la corsa. Come quelli di Navazzo, sul lago di Garda, che lo hanno avuto protagonista a quella corsa che si chiamava "La Camináa" e che poi cambiò pelle per chiamarsi "Diecimiglia del Garda". Un anno in particolare ha segnato la vita di Gianni Poli e il legame con Navazzo: il 1986. Il suo allenatore chiese di farlo correre sulle strade ondulate del borgo gargnanese, di ritorno da un periodo di allenamento in altura a Sain Moritz. Di lì a poche settimane si sarebbe disputata la maratona dei Campionati d' Europa, a Stoccarda. Gianni "volava" letteralmente, fu inchiodato da un contrattempo di salute. Amarezza, tanta amarezza. E invece....Ascoltando le insistenze di Rosa, Gianni corse in novembre in una cittadina del New Jersey chiamata New York. E vinse, vinse, travinse, dimostrando al mondo intero di che materiale ben temperato erano fatti i suoi garretti (bottarelli, in dialetto bresciano) forgiati in Val Trompia.

Domenica prossima, Gianni Poli rivivrà, nella sua intimità, quelle settimane del 1986 così contrastanti, da agosto a novembre, dal paradiso all'inferno e nuovamente al paradiso. Sarà a Navazzo, ospite d'onore della 43esima edizione (puro miracolo umano, economico, sportivo) della "Diecimiglia". Sicuramente ai membri della "resistenza" organizzativa brilleranno gli occhi per la commozione, ricordando quei tempi.

Accogliete Gianni Poli con vessili e squilli di tromba, uomini e donne di Navazzo.

Nella foto, dall'archivio della corsa gardesana conservato da Elio Forti, una bella immagine della edizione del 1986. Sono i quattro atleti che occuperanno i primi quattro posti: Franco Boffi (n.303, terzo), Davide Bergamini (n.307, primo), Gianni Poli (n.304, secondo), Severino Bernardini (n.305, quarto).