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Un grave lutto ha colpito i nostri soci Elio e Marco Forti: il cuore di Clara ha cessato di battere Print

Pochi minuti dopo il tocco di mezzanotte, fra sabato e domenica, le sirene dell'ambulanza del 118 hanno logorato il silenzioso tessuto della notte nel borgo di Navazzo, otto chilometri sopra Gargnano, riva bresciana del lago di Garda. Destinazione: via Valvestino 7, la dimora della famiglia Forti. Una pugnalata: chi è stato colpito? La risposta di un parente sulla gelida strada che prometteva solo temperatura polare e lacrime di ghiaccio. In casa i soccorritori della lodevolissima organizzazione Volontari del Garda stava facendo prove di miracolo. Poi è arrivata anche l'auto medica, con il dottore. Minuti di ansia, di frenetico lavoro, il defibrillatore dava risposte negative, tragicamente negative. Il tocco della una era rimbombato cupo, forse non si era ancora spento lungo le pendici del villaggio, quando il medico e i suoi tenaci assistenti si sono arresi. Il cuore di Clara Pace non ce l'aveva fatta, diagnosi: arresto cardiaco.

Donna di taciturno carattere ma di straordinario spessore umano, Clara aveva condiviso come il soldato che non comprende ma obbedisce le passioni sportive che si erano insinuate nella sua famiglia. Spirito critico, intelligente, diretto, ma mai manifestato con un mezzo tono in più del dovuto. La corsa internazionale "Diecimiglia del Garda" era in buona percentuale sua, per tutto quello che aveva fatto in 43 edizioni e continuava a  fare ogni anno. E sorvoliamo sul lavoro nello studio tecnico a fianco del marito Elio e del figlio ingegner Marco.

Loro, i nostri soci; Elio, per tutti "Il Geo", per il fatto di essere "il geometra" che mai e poi mai aveva abbandonato il suo borgo, ha dato alla nostra organizzazione molto più di quanto si veda. E con Marco, la sorella Stefania, un cuore grande così, potrebbe essere presa a emblema di quello che oggi chiamano volontariato, e il marito Antonio, tutore dell'ordine nei secoli fedele e corridore (dieci edizioni del "Passatore" nei polpacci, oltre a migliaia di altri chilometri disseminati ovunque). A loro, tutti noi dell'A.S.A.I. siamo vicini, con profonda commozione.

A Clara il saluto affettuoso anche se banale: la terra ti sia lieve, Signora, e che il buon Dio ti dia quella pace che tu portavi congenita nel tuo cognome.