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Luigi Mengoni, lo statistico che per primo esplorò il pianeta "atletica cinese" Stampa

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"I have been a keen follower of Albanian track and field for 35 years, mostly through the pages of «Sporti Popullor» (Tiranë), of which I was one of the earliest foreign subscribers - an istinctive affection for a neighbor who in the past had been the victim of evil deeds, a neighbor who - wrapped up in its shell - is going through a difficult experience for the radical transformation of its culture and fatherland".

Inizia così la introduzione scritta da Luigi Mengoni (traduzione in inglese di Roberto L. Quercetani) di "Track and Field in Albania 1945 - 1986", un prezioso, essenziale libretto pubblicato dalle Grafiche Cesari di Ascoli Piceno. Di Luigi Mengoni abbiamo appreso la scomparsa avvenuta qualche giorno fa, aveva 87 anni. È stato uno degli statistici "storici" nel panorama non solo italiano ma soprattutto internazionale. La ragione, crediamo, va ricercata nella originalità delle sue ricerche. Ma chi si era mai occupato di atletica in Albania prima di Mengoni? Un grande merito, il suo, quello di aver fatto conoscere realtà nuove, inesplorate. Se pensiamo alla banalità di certe pubblicazioni odierne fatte solo di "copia - incolla", di statistiche trite e ritrite, di articoli che raccontano da decenni le stesse favolette metropolitane, ebbene, Luigi Mengoni faceva parte di un altro mondo, in tutti i sensi. Alcuni dei nostri soci "diversamente giovani" lo hanno conosciuto, hanno avuto rapporti epistolari con lui, non sempre fu semplice.

Calvinista rigidissimo in tema di quattrini, calcolava alla liretta il costo delle pubblicazioni che proponeva e il costo della loro spedizione. Le sue lettere era esercizi di aritmetica applicata, detto bonariamente. La sua perenne diatriba con le Poste italiane era epocale, da far impallidire la Guerra dei Centanni. C'è una frasetta nella presentazione del libro sull'Albania che la dice lunga su un aspetto del suo carattere: di tanto in tanto, veniva preso dal desiderio di disfarsi di tutti i suoi libri e seminava in giro lettere d'offerta a chi sapeva interessato all'atletica. Poi si pentiva. Oppure, la vendita aveva altre finalità, come scrisse in quelle parole:"I am grateful to those track «nuts» who bought the major part of my track library and thereby made possible the realization of this booklet". E fra questi «nuts» leggiamo anche il nome del nostro socio e amico Gabriele Manfredini. Capito? Vendeva pezzi della sua collezione per pagare i conti della tipografia. Non ha mai scaricato i costi delle sue pubblicazioni sulle spalle degli altri, malcostume che perdura...Bruno Bonomelli aveva aperto una strada negli anni '50, strada poi poco battuta. Mengoni, negli ultimi anni, disfandosi di tutto, vendeva quello che restava della sua grande passione e il ricavato lo donava a una famiglia indigente della sua città.

Questa fu una parte del complesso uomo Mengoni. Lo statistico, lo storico, fu fra i migliori, soprattutto per originalità, abbiamo già detto. Sono molte le pubblicazioni cui partecipò attivamente. Negli anni '60 fu uno dei compilatori dei primi annuari mondiali dedicati alle donne. Collaborava alle riviste italiane (allora esistevano...) e dava notizie, commenti, statistiche dell'atletica in gonnella, era l'alter ego di Quercetani che si è sempre occupato di atletica con i pantaloni. Collaborava con il Gruppo Cecoslovacco (quello dell'indimenticato "Start", leader del gruppo Jan Popper) e con molti statistici europei. Schivo com'era, eppure per l'atletica sempre aperto agli altri. Pubblicò, con la partecipazione di Max Heilrath e Winfried Kramer, "National atlethics records at 1930, 1940 e 1950". Uno dei suoi campi d'indagine fu sempre quello dei primati nazionali.

Ma la chicca, a nostro giudizio, fu, nel 1994, "Chinese Track & Field Athletics - Atletica leggera in Cina (1910 - 1993)", che Mengoni compilò insieme a Gao Dianmin, capo dei servizi sportivi dell'Agenzia di informazione "Xinhua". Il libro fu edito dalla Cooperativa Dante Editrice di Vigevano, con un saluto iniziale del vicepresidente della Chinese Athletics Association, Lou Dapeng, un grande gentleman che abbiamo avuto la fortuna di incontrare nel mondo dell'atletica. Interessante contributo storico di Ian Buchanan. Una pietra miliare per la conoscenza della storia dell'atletica cinese.

La modestia di queste righe non rende il giusto merito a quest'uomo solitario, schivo, studioso. La terra ti sia lieve, Luigi Mengoni.