Home News Homepage Fotocronaca, quasi un film, di una lunga mattinata di atletica diversa dalle altre
Message
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Fotocronaca, quasi un film, di una lunga mattinata di atletica diversa dalle altre PDF Print E-mail

 

 alt  alt
 alt
 alt alt
 alt

Nell'ampio servizio fotografico del nostro amico Pietro Delpero: Giuseppe Gentile mostra ad una platea da «tutto esaurito» la fiaccola olimpica originale dei Giochi Olimpici Rio 2016; accanto, insieme a Enzo Gallotta, con la riproduzione su carta fatta a mano del risultato ufficile dei Giochi Messico 1968; Paolo Camossi e Fabrizio Donato hanno improvvisato uno show spiegando gli errori tecnici dei salti di Gentile, sulla pedana messicana, divertendo pubblico e interessato, cui hanno dato appuntamento allo stadio nei prossimi... per insegnargli come si salta; le tre atlete presenti: Magdalin Martinez, Barbara Lah e Antonella Capriotti; nella foto grande in basso, le stesse tre atlete e, di seguito, Dario Badinelli, Paolo Camossi, Fabrizio Schembri, Fabrizio Donato e Daniele Greco, l'ultimo, con gli occhiali, il sindaco di Agazzano, Mattia Cigalini.

 

Misura raggiunta. Record da archiviare. Salto triplo ben oltre i… cento metri, come da previsione. Con tutti e sei gli atleti azzurri che hanno superato il muro dei 17 metri seguendo il ritmo di hop, step, jump. Buona la pedana, con pienone da tutto esaurito, per l’”Omaggio a Giuseppe Gentile”. Giornata da ricordare, quella di domenica 21 ottobre, ad Agazzano, centro di un paio di migliaio di anime nella pianura piacentina, dove Collezione Ottavio Castellini-Biblioteca Internazionale dell’Atletica e Sognando Olympia, progetto multisport sulla strada di Tokyo 2020, hanno dato concretezza all’idea che si è fatta strada in un colloquio tra amici. “Senza per questo scomodare la canzone di Gino Paoli” ha sottolineato Ottavio Castellini aprendo la mattinata nel salone dell’albergo Il Cervo. Evento in cui ha avuto parte di “motore”, nel senso di capacità culturale e organizzativa, con l’affiancamento sodale di Erminio Rozzini e Giovanni Baldini. Questo per chiudere il triangolo degli amici. Cui ha fornito sponda l’Atletica Baldini Agazzano e patrocinio il Comune ospitante.

L’atleta destinatario dell’omaggio non è personaggio che si incontri tutti i giorni. Anni 75 portati alla grande, il ragazzo di Montesacro, così si è definito raccontando le proprie radici, ha ricordato quelle giornate di ottobre del 1968 quando a Città del Messico, nel corso delle Olimpiadi, stabilì per due volte il record mondiale del salto triplo. E di come venne per due volte superato conquistando alla fine la medaglia di bronzo. Che fece il paio, per i colori azzurri, con quella conquistata ai Giochi olimpici messicani da Eddy Ottoz nei 110 ostacoli. “A che pensavo? Non credevo di vincere, ma ce l’ho messa tutta” ha risposto Gentile alla domanda che gli è stata posta dalla prima fila. Dove hanno preso posto i protagonisti del salto triplo: la storia di hop, step, jump in versione tricolore dell’ultimo mezzo secolo. Presenti, hanno risposto all’appello: Fabrizio Donato, Daniele Greco, Paolo Camossi, Fabrizio Schembri, Dario Badinelli. Ovvero i “signori azzurri dei 17 metri”. Per le ragazze: Magdalin Martinez, con il suo 15.03 del primato italiano chissà per quanto tempo ancora, Barbara Lah, Antonella Capriotti. Di casa il piacentino Andrea Dallavalle, 19 anni, nel 2017 argento ai Campionati europei juniores, ottavo nella lista italiana delle prestazioni migliori con 16.87.

Tutti “interrogati” e sottoposti al fuoco di fila delle domande da Franco Bragagna, voce della Rai per l’atletica leggera, e Guido Alessandrini, giornalista esperto della materia, come si dice oggi. A loro il compito di condurre la mattinata sul filo dei ricordi e delle emozioni. Come quelle innescate dalla proiezione di immagini, in gran parte inedite, di quella che ancora oggi è considerata la più grande gara di salto triplo della storia dell’atletica. Immagini che girò personalmente un grande gentiluomo dell'atletica, Luciano Fracchia, immagini che il figlio Giorgio ha reso disponibili in ricordo della amicizia che legava suo padre e Ottavio Castellini. Furono cinque i primati del mondo registrati in due giorni, 16 e 17 ottobre. Podio finale: oro Viktor Sanaeev (Urss, 17.39), argento Nelson Prudencio (Brasile, 17.27), bronzo Giuseppe Gentile (Italia, 17.22). Punto. E le chiacchiere stanno a zero. Chapeau, direbbero Oltralpe.

Nel salone gli applausi sottolineano i momenti salienti illustrati dalle immagini. E le parole di Beppe Gentile a commento. Cinquant’anni dopo. Quella fascia alla coscia destra, i pensieri tra un salto e l’altro, il prima e il poi. Quel “nullo” e l’equilibrio perso nel balzo verso la buca. Una tempesta perfetta di emozioni. Che fanno sfilare via un paio d’ore in un amen. Non senza un pensiero, sottolineato, in apertura, da Dario Badinelli, per Franco Sar, il più grande decatleta azzurro di tutti i tempi scomparso pochi giorni or sono. Il rispettoso silenzio di qualche istante ha reso più vivide le poche ma toccanti parole dell'atleta bresciano. Visti in sala, tra i tanti appassionati, altri atleti che praticarono la disciplina: Gian Luigi Canata, oggi illustre chirurgo ortopedico a Torino, Crescenzio Marchetti, Gian Piero Aquino, Lorenzo Dallavalle, Francesco Baiguera, e i giovanissimi ragazzi, tutti triplisti, della nidiata di Erminio Rozzini alla Atletica Virtus Castenedolo.

Su fine carta fatta a mano dai maestri cartai di Toscolano 1381, che testimonia ai nostri giorni l’arte antica che animò la Valle delle Cartiere nei secoli andati in quello che è oggi il territorio di Toscolano Maderno, sponda bresciana del lago di Garda, sono stati riprodotti i risultati della finale stellare e il manifesto di Mexico ’68. Documenti originali forniti dalla Collezione Ottavio Castellini. Apprezzata da Beppe Gentile la cartelletta di cui gli è stato fatto omaggio. Per l'occasione è stato pubblicato un libro:«Giasone e il vello di bronzo - Balletto di balzi, passi e salti», la prima copia del quale è stata consegnata a Gentile.

Allo “sciogliete le righe”, prima del momento conviviale, il tempo di una fotografia di gruppo. Gruppo di triplo in un interno. Omaggio da incorniciare. Si chiude così questa domenica speciale dedicata a Giuseppe Gentile, allo sport, al salto triplo. Impegno organizzativo cinque stelle, “ripagato” alla grande. Per presenze e apprezzamento. Hop, step, jump.

******

Risvoltino finale dedicato alla A.S.A.I.. Affollata la rappresentanza dei nostri soci. A parte Erminio Rozzini, Giovanni Baldini e Ottavio Castellini che di questo evento sono stati i promotori e i realizzatori, la prima citazione va al nostro amico bresciano Giulio Salamina, che fu azzurrino juniores insieme a Gentile nella Nazionale che, nell'agosto 1962, affrontò Francia e Polonia allo Stadio Adriatico di Pescara. Giulio - che quell'anno vestiva i colori della FO.MA.PLA. di Bruno Bonomelli - si era classificato secondo ai Campionati italiani juniores a Bologna sui 1500 metri siepi dietro a Claudio Pozzi che aveva siglato la miglior prestazione italiana (ufficiosa, all'epoca non esisteva ancora un albo riconosciuto dei primati nazionali di categoria). Lo stesso Pozzi (che abbiamo saputo da Giancarlo Sisti divenne poi cognato di Sergio Ottolina avendone sposato la sorella) vinse la gara a Pescara con una spasmodica volata sul francese Bontoux, stesso tempo per i due. Quel giorno Gentile mancò di dieci centimetri la miglior prestazione mondiale dei diciannovenni: vinse con 15.79.

Nella gremitissima sala dell'albergo Il Cervo (cartello del tutto esaurito, tanto che ad un certo punto sono state chiuse le porte perchè non ci stava più nessuno, nemmeno in piedi) presenti Alberto Zanetti Lorenzetti e la signora Rosa; Giorgio Barberis; Encarnación Tamayo Nevado; Albertino Bargnani; Bruno Cerutti; Gabriella Rondoni Baldini, che con l'Atletica Agazzano ha lavorato alla riuscita dell'evento; Fabrizio Dallavalle (padre di Andrea, su cui sono puntate tante speranze); Sergio Morandi (partecipe come e perfino di più degli organizzatori nella realizzazione di questa mattinata, della sua ditta l'attraente addobbo della sala con le gigantografie di quasi tutti i protagonisti); William Verrecchia; i nostri stat-men Enzo Rivis e Enzo Sabbadin (che hanno fatto qualcosa di «speciale» per questo evento, ve ne riparleremo fra qualche giorno); Alessandra Rossetti e Mario Forzanini; Marco Peiano; Marco Forti; Giuliano Fornasari; per chiudere, riservandogli un particolare ringraziamento, con Guido Alessandrini, preparatissimo e raffinato dicitore e conduttore insieme a Franco Bragagna, la «voce» dell'atletica RAI, un duo che ha gestito ospiti, immagini e letture, come uno spettacolo teatrale. Grazie Franco, grazie Guido!