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Vi raccontiamo Donato Pavesi, un campione rimasto senza medaglia (3) PDF Stampa E-mail

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Passano gli anni, e son anni di guerra, anzi di macelleria in nome di una Patria che era degli altri, di quelli che in trincea non ci andavano per farsi massacrare dalla mitragliatrice austriaca Maschinengewehr Patent Schwarzlose M.07/12 e che stavano a casa a far affari d'oro con il conflitto. Donato Pavesi al fronte non ci andò e continuò imperterrito a marciare, la cosa migliore che sapeva fare. Eccoci alla terza puntata del racconto che Alberto Zanetti Lorenzetti ha scritto per noi dopo attenta e documentata ricerca su questa affascinante e variegata figura di atleta della prima parte del Secolo XX. Stavolta Alberto prende in considerazione gli anni dal 1914 al 1918.

Nella prima foto: Donato dopo il successo nella «Cento Chilometri» del 1914; attorno al vincitore non mancano mai, ieri come oggi, le folle di tifosi. Le altre due immagini si riferiscono alla manifestazione «Scudo d’Italia», marcia e tiro, una specie di biathlon ante litteram: Pavesi, con occhiali, nella insolita veste di tiratore; la squadra dell'Unione Sportiva Milanese che si aggiudicò il trofeo a squadre

La “Cento” del record

Anche nel 1914 le cose migliori vennero nella seconda parte dell’anno. Donato andò a caccia di primati nazionali, collezionando in un colpo solo, il 27 ottobre a Milano, quelli delle 9 e 10 miglia, delle 2 ore con 22.828 metri, e delle 15 miglia, percorse in 2 ore 07’35”6. Pochi giorni dopo, sempre in un’unica gara, si impossessò delle migliori prestazioni dei 15, 20 e 25 chilometri, conclusi in 2 ore 12’06”6.

Dopo essere arrivato al secondo posto ai Campionati italiani nelle gare dei 1.500 metri e dei 10 chilometri, battuto da Nando Altimani e Giovanni Galli, si dedicò alla preparazione della «Cento Chilometri», prevalendo su Brunelli nella Coppa Minerva. Era l’8 novembre, una settimana prima dell’evento clou. Confidò quanto tenesse a questa gara allo «Sport Illustrato»: “Il mio sogno è sempre stato quello di vincere la 100 km, perché questa gara era quella che aveva la maggior eco all’estero. Questo mio desiderio però non era il parto di una guasconata, bensì la sicurezza che i decantati marciatori stranieri non erano e non potevano essere migliori di noi. (…) Le precedenti vittorie di Ross e Brockmann avevano troppo ferito il nostro amor proprio personale e nazionale”. Il confronto diretto con campioni delle altre nazioni venne a mancare: l’Europa era in guerra, per cui l’avversario da battere per dimostrare la propria classe non era tanto il gruppo di atleti italiani, ma il cronometro. L’impresa gli riuscì e il «Corriere della Sera» commentò: “Il coraggioso, modesto vincitore batte il record stabilito dal tedesco Brockmann l’anno scorso. Non risulta che altro tempo migliore esista per i 100 km di marcia: la performance di Pavesi è mondiale”. A ulteriore riprova dello splendido stato di forma, quindici giorni dopo vinse a Legnano il Campionato di maratona di marcia, precedendo Carlo Cattaneo.

Mentre l’Italia si stava avvicinando all’entrata in guerra, il 21 marzo 1915 la «Gazzetta dello Sport» fece disputare una di quelle gare che manifestavano il suo appoggio all’interventismo. Si trattava di una competizione di marcia e tiro a segno per l’assegnazione dello «Scudo d’Italia», con percorso di 42 chilometri, da Milano a Legnano e ritorno. Vinse la prima squadra dell’Unione Sportiva di Pavesi, una formazione costituita da valenti marciatori, ma che lasciavano a desiderare nel tiro – lo stesso Donato aveva dovuto mettersi gli occhiali – andando ad occupare una poco gloriosa settima piazza, che però non impedì la conquista del trofeo grazie alla prestazione nella marcia.

Nelle successive gare individuali seguirono il terzo posto nella «Coppa Minerva» e, otto giorni prima dell’inizio della guerra, la vittoria nella «Coppa Nazionale». Durante il conflitto scese in pista poche volte. Vinse il Meeting della Post Resurgo Libertas il 16 aprile 1916 e due mesi dopo venne battuto da Mario Vitali nella Coppa Malvezzi. Fu più attivo nel 1918, quando si impose nella 5 chilometri del Meeting dell’Esperia Sampierdarena ai primi di maggio, in una prova ad handicap nella Polisportiva di beneficenza a Milano il 30 giugno e nella Targa Lombarda il 28 luglio.

(segue)