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Camillo Onesti, milanese di Porta Ticinese con il cuore diviso fra la montagna e la sua "Stramilano" PDF Stampa E-mail

Se ne è andato a 88 anni, dopo un'esistenza vissuta intensamente, a tutta. Perché Camillo Onesti aveva l'argento vivo addosso. Da atleta, amatore più che agonista - cominciò con i cross scolastici, poi passò alla bicicletta, quindi alla montagna e alle scalate - ma soprattutto da dirigente: geniale, entusiasta, innovatore, il buon senso fatto persona.

Camillo Onesti

Nato il 6 aprile 1926 a Porta Ticinese, a due passi dal centro di Milano, ha legato il suo nome alla Nazionale femminile di sci di fondo, di cui è stato stimato e vincente direttore tecnico per 16 anni, sino al 2000: gli anni d'oro, in cui la sua bravura non fu tanto quella di conquistare le prime medaglie pesanti della storia azzurra al femminile, ma soprattutto far convivere due campionesse non facili da gestire, e tutt'altro che amiche, come Manuela Di Centa e Stefania Belmondo. Tuttavia Camillo Onesti è stato anche l'artefice, insieme a Francesco Alzati e all'ideatore Renato Cepparo, del grande successo della "Stramilano", la non competitiva più popolare del mondo. In quegli anni le grandi maratone erano ancora di là da venire. Anzi, semmai fu proprio la "Stramilano" ad accendere la miccia. Nata alle 20.57 di martedì 14 marzo 1972, quando 5000 persone - 3500 regolarmente iscritte più 1500 abusive - scattarono da Prato Centamaro, in via Suzzani, per dar vita alla prima edizione, la madre di tutte le corse podistiche di massa sarebbe diventata di lì a pochi anni la corsa dei 50.000. Un evento - l'unico - in grado di fermare per una domenica di primavera la metropoli lombarda, abitualmente refrattaria a fenomeni sportivi  così diffusi in tante altre grandi città europee - e di mettere tutti in pantaloncini e maglietta: dalla massaia al bancario, dallo studente universitario al barista. E, davanti all'uomo comune, i grandi campioni dell'atletica: dagli etiopi Yifter e Kedir all'australiano De Castella, dai big azzurri Cova, Panetta e Bordin ai grandi keniani Ngugi, Tanui e Tergat, quest'ultimo capace di vincere sei volte consecutive la "Stramilano" agonistica e di centrare proprio nella corsa organizzata dal G.S. Fior di Roccia (di cui Onesti è stato presidente per oltre 20 anni) uno stratosferico record del mondo sulla mezza maratona: 59:17 nel 1998, cinque anni dopo quello realizzato nella stessa corsa dal connazionale Moses Tanui.

In quelle imprese, così come nel successo mai scalfito della non competitiva, la mano di Camillo Onesti si è sentita sempre, sino all'ultima edizione. E se la "Stramilano" continuerà a sopravvivere, molto merito sarà anche di questo dirigente illuminato, per nulla geloso di trasmettere ai giovani la sua esperienza e il suo entusiasmo.