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Nella foto del nostro quiz di novembre un bel pezzo di storia del lancio del disco in Italia PDF Print E-mail
Tuesday, 18 November 2014 08:57

"Questa fotografia, fatta a Bologna nel 1934, rappresenta un po'...la cronologia illustrata del primato italiano di lancio del disco". Questa la dicitura originale a corredo della foto che abbiamo pubblicato nei primi giorni di novembre come quiz storico. Quando abbiamo proposto l'immagine pensavamo a cinque nomi, ma poi chi ci ha dato la foto non era assolutamente certo su chi fosse la prima persona a destra, così abbiamo ridotto a quattro. In ogni caso nessuno ha risposto in maniera completa, solo una signora ha riconosciuto Giorgio Oberveger.

Passiamo in rassegna questi nostri atleti, chiarendo che non abbiamo tenuto conto delle indicazioni fornite sul primato italiano come riportate nella didascalia; e neppure di alcune fantasiose ricostruzioni successive... ci siamo invece attenuti alla progressione del record così come ricostruita da Marco Martini, una garanzia per noi. Il secondo da destra è Giuseppe Tugnoli, bolognese, 41.69 nel 1914 e 42.21 nel 1922, ma aveva davanti il pistoiese Aurelio Lenzi (43.65 nel 1913). Record che fu superato dal tarchiato veronese Albino Pighi, terzo da destra, con la maglia della gloriosa I.C. Bentegodi Verona, che raggiunse 43.90 nel 1925. Ci fu un intermezzo con un nuovo primato del pavese Camillo Zemi (44.25), che Pighi (44.44) si riprese nella stessa stagione (1927). Un primato che resistette sei anni: si arriva così al quarto personaggio da destra, Benvenuto Mignani, della Virtus Bologna, il primo discobolo italiano a toccare i 45.00 metri il 28 ottobre 1933, a Vienna, durante l'incontro delle Nazionali di Austria e Italia. Giusto il tempo di gioire per Mignani, perchè 28 giorni dopo inizierà il lungo "regno" di Giorgio Oberveger con i suoi nove primati , da 46.43 a 51.49. E una medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Berlino '36, a soli 13 centimetri dall'argento. Lo avete riconosciuto, vero?

Last Updated on Wednesday, 19 November 2014 08:32
 
Ci ha lasciati Renato Marcandelli, la sua prima casa fu sempre la pedana del lancio del peso PDF Print E-mail
Sunday, 16 November 2014 09:36

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Si è spento a 86 anni, dopo aver vissuto intensamente, soprattutto in pedana. Che era poi la sua seconda casa. O forse la prima, visto il tempo che vi ci ha passato sopra, a scagliare pesi e dischi (ma anche a fiondare martellate), fino a 70 anni suonati.

Renato Marcandelli (nella foto, in pedana osservato dal tecnico nazionale Lauro Bononcini, in piedi, sulla destra) era nato a Bergamo il 10 marzo 1928 e aveva davvero l’atletica nel sangue. Le prime gare nell’immediato dopoguerra: 1947. Un anno dopo ecco i primi successi: campione italiano Csi nel peso e nel disco. Poi oltre un decennio da protagonista di livello nazionale, con la casacca della gloriosa Libertas Bergamo. Mica facile, negli anni ’50, battere gente come Angiolo Profeti e soprattutto Silvano Meconi, talento da quasi 19 metri nel peso. Marcandelli, che era soprattutto pesista, si accontentò di battagliare con i più abbordabili Dalla Fontana, Paolone, Monguzzi, Fusilli, Monti. Per la verità, però, in un’occasione arrivò davvero vicino a metterseli alle spalle i due mostri sacri toscani. Accadde il 2 ottobre 1954, proprio a casa loro, a Firenze, quando ai campionati italiani il giovanotto bergamasco fiondò la palla da kg 7.25 a 14.22, mentre Profeti fu primo con 14.62 e Meconi argento con 14.49.

Nel cimento tricolore, Marcandelli era già stato terzo due anni prima. E lo sarebbe stato anche nel 1956. Pur trovandosi la strada sbarrata da quei due, riuscì anche a indossare la maglia azzurra: nel 1961, a Belgrado, in Italia-Jugoslavia. Il suo anno migliore fu tuttavia il 1964, quando raggiunse il suo top: 15.15, misura mica male per quei tempi, che durò come primato bergamasco assoluto per ben 21 anni, gli stessi in cui restò immacolato il suo 45.73 nel martello. Nel disco, invece, nel 1960 aveva mancato di pochissimo il muro dei 40 metri: 39.93. E gli rimase per sempre il cruccio di essere arrivato così vicino alla fatidica barriera, sebbene avesse riservato minor applicazione a quell’attrezzo.

Ma Marcandelli scrisse pagine dense di risultati e di vittorie anche – anzi, soprattutto – da Master, con oltre 70 titoli italiani nelle varie categorie e nelle tre specialità, un bronzo mondiale e due titoli europei, col contorno di un primato mondiale M50 nel peso indoor: 14.91 nel 1983, a 55 anni.

Sole, pioggia, caldo o freddo, da vecchietto indomabile ed entusiasta lo si vedeva quasi tutti i giorni al Lazzaretto o al Campo di via delle Valli, i due impianti simbolo dell’atletica bergamasca. Ad allenare se stesso ma anche i tre figli, ovviamente tutti lanciatori. E tutti talenti precoci, anche se specialisti più del giavellotto, guarda caso la disciplina più indigesta al capostipite: il primogenito Cesare, classe 1954, morto tre mesi fa per un tumore, arrivato sino a 63.72 col vecchio attrezzo; poi Claudio, classe 1961, rimasto mezzo metro più sotto, e Stefano, nato nel 1968, il più dotato del terzetto, come dimostrò lanciando ventitreenne a 65.80 con il nuovo giavellotto. Claudio e Stefano, tra l’altro, arrivarono entrambi alla maglia azzurra della Nazionale giovanile. Privilegio toccato successivamente anche a uno dei nipoti, Davide, figlio di Claudio, 2.20 nel salto in alto a soli 20 anni, costretto però al ritiro prematuro da caviglie troppo delicate. Nessun’altra famiglia bergamasca è arrivata a tanto. (Lo ricorda così Paolo Marabini)

Last Updated on Monday, 17 November 2014 08:18
 
Enjoy running a marathon in Italy / Divertiti a correre una maratona sulle strade italiane PDF Print E-mail
Friday, 14 November 2014 13:55

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Champions from 10 different countries (AUT, BEL, EST, FIN, FRA, GBR, GER, HUN, SUI, SWE) came to Italy to run a marathon before World War 2. The 42 kilometers road race was still technically considered an adventure in a sort of  «land of the unknown», and perhaps this is the reason why in Italy it was such a popular event.  Marco Martini gives us the details of their performances. / Campioni di ben 10 Paesi europei sono venuti in Italia a disputare una maratona prima della Seconda Guerra Mondiale. I 42 chilometri su strada erano allora una sfida alle non ancora ben conosciute capacità di sopportare lo sforzo da parte del nostro fisico, ma la gara era molto popolare. Marco Martini ha raccolto i dettagli di quelle competizioni.

Le foto che corredano questa introduzione sono riprese dal volume "Marathon Handbook 1989" di Ottavio Castellini. Si riferiscono alla maratona disputata a Milano il 27 settembre 1908, sotto l'egida del giornale "Il Secolo". In alto a sinistra, l'arrivo del vincitore Giuseppe Losi; a destra il professionista francese Henri Siret, il più veloce. Qui sotto, il tavolo dei giudici e degli addetti al percorso.

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Foreigners athletes who ran a marathon in Italy before World War 2 / elenco degli stranieri che hanno corso una maratona in Italia prima della Seconda Guerra Mondiale: top 3 + foreigners / migliori 3 + stranieri (1934 European Championships are not included / non inclusa la gara dei Campionati Europei 1934): here you can read the lists prepared by Marco Martini / di seguito il documento PDF con la ricerca di Marco Martini.

Last Updated on Friday, 14 November 2014 15:13
 
Gli incontri della Nazionale italiana maschile 1925-1950: qualche dettaglio corretto, nuova versione PDF Print E-mail
Friday, 14 November 2014 10:46

I lavori di compilazione, sia statistica che storica, non sono mai statici, hanno sempre bisogno di qualche ritocco sulla base di nuove informazioni. L'importante è continuare a cercare, scavare, utilizzare le "fonti" ovunque siano. Il nostro Marco Martini non fa certamente parte della folta schiera degli adoratori dell'immutabile e dell'intoccabile. Ecco dunque che ci propone un aggiornamento degli incontri internazionali della squadra azzurra maschile, anni 1925 - 1950. Piccoli dettagli, dicevamo, ma che servono a fare sempre meglio questo lavoro di ricostruzione storica. La ricerca di Marco sugli incontri della Nazionale maschile possono essere consultati qui / New update of the International matches of the Men Italian Team 1925 - 1950: you can read here.

Last Updated on Friday, 14 November 2014 11:20
 
La storia di tutte le staffette edita dalla IAF Foundation con il contributo anche di due soci ASAI PDF Print E-mail
Wednesday, 12 November 2014 14:25

 

A world history of relays

 

Le staffette sono sempre state la ciliegina finale dei Giochi Olimpici e dei Campionati del mondo. Siccome questo schema ha sempre funzionato, suscitando entusiasmo fra gli spettatori, si è pensato bene di separare le finali della 4x100 e della 4x400 in due giorni diversi. Dicono che sia il nuovo "format" dell'atletica...vabbuó...Ma non di questo vogliamo parlarvi, ma di un libro edito quest'anno, sotto l'egida della I.A.F., con una effe sola, trattasi della Fondazione, longa manus della Federazione internazionale. È il completamento delle pubblicazioni che, negli anni, hanno toccato tutte le specialità, partendo da un corpo unico che era la storia dell'atletica. E chi l'aveva scritta la monumetale opera? Il presidente onorario dell'A.S.A.I., al secolo Roberto L. Quercetani. Non vi faremo nè la storia di Quercetani nè "la storia della storia dell'atletica" pubblicata per la prima volta nel 1964, ci mancherebbe altro. Vogliamo solo segnalarvi l'uscita di questo libro, che si avvale anche in questa occasione della professionalità della Vallardi, casa editrice che, dal 1989 in poi, ha pubblicato tutti i libri di Mastro Roberto (tranne uno, forse). 

La pubblicazione stavolta non è un assolo ma un concerto con più esecutori. Oltre a Quercetani, vi si leggono i nomi britannici di Mel Watman, di Mark Butler, di David Miller, dell'ungherese Imre Matrahazi, e di un altro socio A.S.A.I., Ottavio Castellini. Tutte le varie staffette previste nei Regolamenti della Federazione internazionale sono trattate: la storia, i risultati dei Giochi Olimpici e dei Campionati del mondo, la progressione dei records, le liste di ogni tempo. Il nostro occhio va alla storia delle staffette azzurre e, guardando al passato, abbiamo sia di che gioire che di che abbatterci. 4x100, Giochi Olimpici: dodici volte in finale, tre medaglie, tre quarti posti. Altri tempi...

Il libro è uscito in concomitanza con una nuova competizione della Federazione internazionale: le IAAF World Relays, che si rifaranno anche nel 2015 (Nassau, Bahamas), magari con una italica partecipazione un po' più nutrita di quella di quest'anno. Se non altro per onorare il nostro passato.  

Il lavoro di Quercetani & soci dovrebbe essere reperibile nelle librerie, oppure può essere richiesto alla Federazione internazionale scrivendo a This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it   per i dettagli. I nostri soci possono usufruire dello sconto del 25%. Oppure anche www.editvallardi.com

Last Updated on Thursday, 13 November 2014 14:38
 
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