Giovani, meno giovani, campioni di ieri, di oggi e, forse, di domani. Quarantaquattro, in fila per tre col resto di due, ma non sono i famosi gatti dello "Zecchino d'oro", sono anni, che già a contarli ti fa capire - almeno ad alcuno di noi - che è passata una vita. 1969, nasce quella che oggi si chiama Atletica Virtus Castenedolo, passata attraverso qualche altra denominazione, ma il nocciolo duro è questo. Quarantaquattro anni di campo, pista, pedane, di invenzioni per allenarsi per sopperire alla mancanza di strutture, di attrezzi. Il mitico campo "delle Moschine", poco più di un terreno agricolo. Quelli che hanno vissuto l'entusiasmante - e adesso troppo banalmente sbeffeggiato - 1968 ricordano ancora la scritta, in francese, sui muri di Nanterre, Parigi, che diceva "l'immaginazione al potere". Quelli della Virtus Castenedolo la loro immaginazione l'hanno applicata all'atletica, perchè solo così hanno potuto sopravvivere 44 anni.
E da quello che abbiamo visto alla festa di fine stagione, gli anni ci sembrano destinati a raddoppiare. Perchè parliamo della Virtus? Perchè è nostra socia aderente, perchè parecchi di loro sono sempre disponibili ad aiutare l'ASAI. Perchè Erminio Rozzini non forgia solo atleti come allenatore ma anche il ferro che ha dato forma al nostro logo e che fa bella mostra all'entrata della sede di Navazzo. Perchè sono appassionati lettori di statistiche, di libri di atletica, perchè - dote non molto frequente - hanno rispetto della loro storia sociale, custodiscono, proteggono, scovano reperti del tempo che fu.
Il pistino indoor di Castenedolo, trasformato in sala di festa era ben colmo di gente, con tanti bei ragazzi e ragazze che solo a guardarli te li vedi già campioni. Attenti però giovani: il tricolore di campioni italiani per adesso è sulle magliette dei Masters, campioni di società in pista coperta e secondi all'aria libera. Serve impegnarsi!
Di tutto quello che ha fatto l'Atletica Virtus Castenedolo nel 2013 trovate dettagliatissima relazione nel documento PDF che alleghiamo. Noi ci limitiamo a due noticine. Il campioncino del momento: Dominique Rovetta, portatore di una bellissima storia umana, di quelle che ti fa far pace con questo mondo di egoismi ed egoisti che ormai ci assedia giornalmente. Triplista - poteva essere qualcosa d'altro a Castenedolo? -, secondo negli Under 23 indoor, terzo negli Under 23 outdoor e quarto agli Assoluti-Assoluti. L'hanno premiato tre triplisti bresciani di quelli che speriamo ispirino il bravo Dominique: Dario Badinelli - cresciuto "alle Moschine" - 17.12 di primato, pane-acqua e ancora tanto pane e tanta acqua, dieci maglie tricolori consecutive (1983-1992), sette indoor e due giovanili: record di 19 titoli italiani, hai detto niente! L'ing. Crescenzio Marchetti (16.02 nel 1977) e Giorgio Federici (16.07 nel 1992). La foto in apertura vede Dominique contornato, da sinistra, dal sindaco di Castenedolo, Gianbattista Groli, dall'assessore Giacomo Gigliotti, da Crescenzio Marchetti, Dario Badinelli e Giorgio Federici.
E che dire dell'avv.Mariuccia Fausta Quilleri, campionessa italiana Masters indoor nella staffetta 4x200m, quarta ai Mondiali della categoria MF60 nei 100 e 200 metri, e nelle stesse discipline vincitrice dei World Masters Games? Che forse lo sport e l'atletica li ha respirati in famiglia, quella della sua mamma in particolare. La signora Mariuccia è figlia di Sam Quilleri, deputato liberale per parecchie legislature a Brescia, e di Agape Nulli, sorella di Rosetta Nulli Bonomelli, moglie del nostro Bruno ispiratore. Terza zia la signora Mariuccia. Sul Lago d'Iseo le sorelle Nulli erano sportive multiformi, fra nuoto, tiro a segno, e altro ancora. Erano gli Anni '30, prima delle tragedie della follia nazifascista. Il mondo è davvero un fazzoletto.
E gli altri, tutti gli altri atleti, non sono da meno, né men meritevoli. Leggetelo nel PDF.
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